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Ricorso inammissibile bancarotta: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per bancarotta fraudolenta per distrazione. I motivi del ricorso, relativi a presunte violazioni di legge e vizi di motivazione, sono stati giudicati generici, assertivi e non idonei a criticare efficacemente la sentenza d’appello. La Corte ha ribadito che per il reato di bancarotta è sufficiente la consapevolezza della sottrazione dei beni, senza la necessità di un fine specifico di danno ai creditori. La declaratoria di inammissibilità ha comportato la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Bancarotta: La Cassazione Conferma la Condanna

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile per bancarotta presentato da un’imputata, confermando la condanna emessa dalla Corte d’Appello. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di specificità del ricorso in sede di legittimità e sulla configurazione del dolo nel reato di bancarotta per distrazione. Analizziamo nel dettaglio la pronuncia per comprenderne la portata.

I Fatti di Causa: Il Contesto della Condanna

Il caso trae origine da una condanna per il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, ai sensi degli articoli 216 e 223 della Legge Fallimentare. La Corte d’Appello di Roma aveva confermato la responsabilità penale dell’imputata. Contro tale sentenza, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, articolandolo su quattro distinti motivi, tutti volti a contestare la correttezza della decisione di secondo grado.

Analisi dei Motivi del Ricorso Inammissibile per Bancarotta

Il ricorso è stato rigettato in toto dalla Suprema Corte perché i motivi addotti sono stati ritenuti privi dei requisiti minimi di ammissibilità. Vediamoli nel dettaglio.

Primo Motivo: Genericità e Critica dei Fatti

La difesa lamentava una violazione della legge penale e l’illogicità della motivazione, sostenendo che gli elementi probatori fossero insufficienti a dimostrare la responsabilità dell’imputata. La Cassazione ha bollato questo motivo come generico e privo di specificità. Ha ribadito un principio consolidato: il ricorso di legittimità non può limitarsi a mere doglianze di fatto o a enunciazioni assertive, ma deve contenere una critica puntuale e argomentata contro le specifiche ragioni del provvedimento impugnato. Tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove, già esaminate nei gradi di merito, è inammissibile in questa sede.

Secondo Motivo: La Questione dell’Elemento Soggettivo

Il secondo motivo contestava la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. La difesa proponeva una ricostruzione alternativa dei fatti. Anche in questo caso, la Corte ha respinto la censura, qualificandola come manifestamente infondata. È stato ricordato che, secondo la giurisprudenza costante, per integrare il delitto di bancarotta per distrazione è sufficiente la consapevolezza di sottrarre o distrarre i beni dal patrimonio aziendale, senza che sia necessario il fine specifico di danneggiare i creditori.

Terzo Motivo: La Richiesta di Rinnovazione Istruttoria

Con il terzo motivo, si lamentava la mancata rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale in appello. La Corte ha definito il motivo generico, poiché non argomentava in modo specifico le ragioni per cui la Corte d’Appello avrebbe errato nel respingere la richiesta, né dimostrava la decisività delle prove che si sarebbero volute acquisire.

Quarto Motivo: La Particolare Tenuità del Fatto

Infine, la difesa contestava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Cassazione ha ritenuto anche questo motivo del tutto generico e versato in fatto, in quanto non censurava adeguatamente la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva escluso l’applicabilità dell’istituto anche in considerazione dell’ingente valore del bene oggetto materiale del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso basandosi sulla genericità e sulla natura fattuale di tutti i motivi proposti. I giudici hanno sottolineato come il ricorso non contenesse una reale critica giuridica al provvedimento impugnato, ma si limitasse a riproporre questioni di merito già decise, cercando una rivalutazione dei fatti non consentita nel giudizio di legittimità. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso per Cassazione è un rimedio contro gli errori di diritto, non una terza istanza di giudizio sul fatto. Di conseguenza, ravvisando anche profili di colpa nell’evidente inammissibilità dell’impugnazione, la Corte ha condannato la ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce con chiarezza i paletti procedurali per l’accesso al giudizio di legittimità. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile per bancarotta o per altri reati, è fondamentale che i motivi di impugnazione siano specifici, pertinenti e focalizzati su vizi di legittimità (violazione di legge o vizi di motivazione evidenti), evitando di trasformare il ricorso in un appello mascherato. La decisione conferma inoltre l’orientamento consolidato sull’elemento soggettivo della bancarotta per distrazione, per cui la semplice coscienza e volontà di distrarre un bene dal patrimonio sociale è sufficiente a configurare il reato, a prescindere dall’intenzione di nuocere ai creditori.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando non contiene una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata, ma si limita a doglianze assertive, a una mera riproposizione dei motivi di appello o a una richiesta di rivalutazione dei fatti, che non è consentita in sede di legittimità.

Quale elemento soggettivo è necessario per il reato di bancarotta per distrazione?
Per configurare il reato di bancarotta per distrazione è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza e la volontà di sottrarre o distrarre i beni dal patrimonio sociale, senza che sia richiesto il fine specifico (dolo specifico) di danneggiare i creditori.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se l’inammissibilità è evidente e dovuta a colpa del ricorrente, la Corte lo condanna anche al pagamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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