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Ricorso inammissibile: analisi e conseguenze

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5724/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua manifesta infondatezza e della mancanza di specificità. Il ricorrente contestava il riconoscimento della recidiva, ma i giudici hanno ritenuto le argomentazioni prive di concretezza. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e il proponente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, evidenziando le gravi conseguenze di un ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 5724 del 2024, offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze di un ricorso inammissibile. Con questa decisione, la Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: i motivi di ricorso devono essere specifici e concreti, non mere enunciazioni generiche. In caso contrario, l’impugnazione non solo viene respinta, ma comporta anche severe sanzioni economiche per il proponente. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le implicazioni di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Il ricorrente, condannato in secondo grado, ha deciso di impugnare la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato riguardava il riconoscimento della recidiva, un’aggravante che incide notevolmente sulla determinazione della pena. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avevano errato nel contestargli tale circostanza.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione netta: il motivo presentato era “privo di concreta specificità e manifestamente infondato”. I giudici supremi hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse, al contrario, applicato correttamente la legge penale, fornendo una motivazione chiara, logica e priva di vizi per giustificare il riconoscimento della recidiva.

La conseguenza di questa declaratoria di inammissibilità è stata duplice:
1. La conferma della sentenza impugnata: La decisione della Corte d’Appello è diventata definitiva.
2. La condanna del ricorrente: Il proponente del ricorso è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nel concetto di “specificità dei motivi”. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a esprimere un generico dissenso rispetto alla sentenza impugnata. È necessario che il ricorrente indichi in modo preciso e dettagliato quali norme di legge sarebbero state violate o quali vizi logici inficerebbero la motivazione del giudice precedente. In questo caso, la critica al riconoscimento della recidiva è stata giudicata troppo generica e non supportata da argomentazioni concrete in grado di scalfire la logicità della sentenza d’appello.

La Corte ha implicitamente ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti (il cosiddetto “terzo grado di merito”), ma di controllare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica delle motivazioni dei giudici dei gradi inferiori. Un ricorso che non si attiene a questi binari è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile.

Conclusioni

L’ordinanza n. 5724/2024 rappresenta un monito importante per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. La presentazione di un ricorso in Cassazione deve essere attentamente ponderata e basata su motivi solidi, specifici e giuridicamente pertinenti. L’esito di un ricorso inammissibile non è solo la delusione per la conferma della condanna, ma anche un concreto e significativo esborso economico. Questa decisione rafforza la funzione deflattiva della sanzione pecuniaria, volta a preservare le risorse della giustizia per i casi che meritano un effettivo approfondimento, garantendo al contempo la certezza del diritto.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’unico motivo presentato, relativo al riconoscimento della recidiva, è stato ritenuto privo di concreta specificità e manifestamente infondato. I giudici di merito avevano già fornito una motivazione corretta e priva di criticità.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘privo di concreta specificità’?
Significa che l’argomentazione non indica in modo preciso e dettagliato le presunte violazioni di legge o i vizi logici della sentenza impugnata, ma si limita a una critica generica che non è sufficiente per un esame da parte della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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