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Ricorso inammissibile: analisi della Cassazione Penale

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità delle motivazioni. L’imputato, condannato in appello per reati legati agli stupefacenti, aveva contestato la sentenza precedente in modo vago. La Suprema Corte ha confermato la decisione, evidenziando che la Corte d’Appello aveva correttamente motivato la condanna sulla base di massime di esperienza e senza illogicità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna e le Spese

Quando un ricorso per Cassazione viene presentato in modo generico e senza argomentazioni specifiche, la sua sorte è segnata: viene dichiarato un ricorso inammissibile. Questa è la lezione che emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna di un imputato e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per capire le ragioni giuridiche e le conseguenze pratiche.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo per il reato previsto dall’art. 73 del d.P.R. 309/1990 (Testo Unico sugli stupefacenti), aggravato dalla continuazione ex art. 81 del codice penale.

Contro questa decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, secondo la Suprema Corte, le doglianze sollevate erano del tutto generiche e non andavano a colpire in modo specifico e circostanziato le fondamenta logico-giuridiche della sentenza di secondo grado.

L’approccio della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva basato la sua decisione su un ragionamento logico, utilizzando anche “pertinenti massime di esperienza”. Questo significa che i giudici di secondo grado avevano valutato i fatti non solo sulla base delle prove dirette, ma anche alla luce di ciò che comunemente accade in situazioni simili. La motivazione della sentenza impugnata era stata ritenuta priva di “manifeste illogicità”, e quindi solida e ben costruita.

La Valutazione del ricorso inammissibile da parte della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel suo ruolo di giudice di legittimità, non riesamina i fatti del processo, ma si limita a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, i giudici supremi hanno riscontrato che il ricorso non presentava critiche puntuali e pertinenti. Anzi, contestava la motivazione della Corte d’Appello in termini vaghi, senza evidenziare specifiche contraddizioni o vizi logici.

Questo tipo di impugnazione non soddisfa i requisiti previsti dalla legge. Un ricorso per Cassazione deve essere specifico, indicando chiaramente le parti della sentenza che si contestano e le ragioni giuridiche per cui si ritiene che la decisione sia errata. Un’impugnazione generica si traduce inevitabilmente in un ricorso inammissibile.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è stata chiara e concisa. Il ricorso è stato considerato del tutto generico perché non ha saputo scalfire la struttura logica della sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima, secondo la Cassazione, aveva correttamente e logicamente confermato la responsabilità dell’imputato, basandosi su elementi solidi e massime di esperienza pertinenti. Mancando critiche specifiche e fondate, il ricorso non poteva essere accolto.

Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa dichiarazione comporta automaticamente due conseguenze economiche per il ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il soggetto che ha proposto un ricorso inammissibile deve farsi carico dei costi del procedimento davanti alla Cassazione.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: viene inoltre imposto il pagamento di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’impugnazione non è un atto da prendere alla leggera. Per avere una possibilità di successo in Cassazione, è necessario formulare un ricorso tecnicamente impeccabile, con motivi specifici, chiari e giuridicamente fondati. Un ricorso generico, che si limita a una contestazione vaga della sentenza precedente, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze negative non solo sull’esito del processo, ma anche sul piano economico per il ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava la motivazione della sentenza d’appello in termini del tutto generici, senza sollevare specifiche e manifeste illogicità nel ragionamento dei giudici di secondo grado.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che la Corte d’Appello ha usato ‘massime di esperienza’?
Significa che la Corte ha basato la sua decisione non solo sulle prove dirette, ma anche su regole di giudizio derivanti dalla comune esperienza, applicando principi logici su come certi fatti solitamente si svolgono nella realtà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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