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Ricorso inammissibile: accordo su droga basta per reato

Un soggetto, posto agli arresti domiciliari per traffico di stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che le prove fossero state mal interpretate e che il reato fosse solo tentato, dato che la droga era stata restituita. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile per genericità dei motivi. La sentenza chiarisce un principio fondamentale: nel reato di cessione di stupefacenti, la consumazione avviene con il semplice accordo tra le parti su quantità, qualità e prezzo, rendendo irrilevanti la successiva consegna fisica o il pagamento.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’accordo sulla droga configura il reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13838 del 2024, ha affrontato un caso di traffico di stupefacenti, stabilendo principi cruciali sulla consumazione del reato e sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi. La decisione chiarisce che per integrare il reato di cessione di droga è sufficiente il mero accordo tra le parti, anche se la sostanza non viene materialmente consegnata o pagata. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato dalla difesa, ribadendo la necessità di una correlazione puntuale tra i motivi di impugnazione e la decisione contestata.

I Fatti del Caso: un Carico di Droga Restituito al Mittente

Il procedimento riguarda un individuo accusato di aver acquistato, in concorso con altri, un ingente quantitativo di stupefacenti (24 kg di hashish e 1 kg di cocaina). La sostanza, trasportata da un corriere dalla Calabria a Palermo, era stata immediatamente restituita ai fornitori a causa della sua scarsa qualità e della conseguente impossibilità di venderla per ripagare l’acquisto.

Le indagini, basate su intercettazioni e pedinamenti, avevano permesso di ricostruire l’intera operazione, portando all’arresto del corriere e al sequestro del carico. Sulla base di questi elementi, il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto la misura degli arresti domiciliari per l’indagato, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di reiterazione del reato.

I Motivi del Ricorso e la Tesi della Difesa

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso contro la misura cautelare, basando le proprie argomentazioni su diversi punti:
1. Errata valutazione delle intercettazioni: Si lamentava che le conversazioni fossero state interpretate in modo presuntivo, senza riscontri oggettivi e in violazione dei principi giurisprudenziali che richiedono chiarezza e assenza di ambiguità.
2. Mancata prova del perfezionamento dell’accordo: Secondo la difesa, non era stato dimostrato il contributo, neanche economico, del ricorrente all’accordo, né il contenuto degli incontri avuti in Calabria.
3. Configurabilità del tentativo: Poiché la sostanza era stata restituita e non era avvenuto il pagamento, il reato avrebbe dovuto essere qualificato come tentativo e non come reato consumato.
4. Insussistenza delle esigenze cautelari: Si contestava l’attualità del pericolo di reiterazione, dato che i fatti risalivano al 2018 e che un co-indagato era stato liberato proprio in virtù della risalenza temporale dei fatti.

Le motivazioni della Cassazione: perché il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le tesi difensive, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. Le motivazioni della Corte si articolano su tre pilastri fondamentali.

Genericità del Ricorso: una Critica non Pertinente

In primo luogo, la Corte ha sottolineato come il ricorso fosse generico. I motivi presentati non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della decisione impugnata, ma si limitavano a riproporre le stesse questioni già valutate e respinte dal Tribunale del Riesame. La giurisprudenza costante richiede che l’impugnazione instauri un dialogo critico con la sentenza contestata, evidenziando vizi logici o giuridici specifici, cosa che in questo caso non è avvenuta. In sostanza, il ricorso inammissibile è tale quando non riesce a incrinare il fondamento logico-giuridico della decisione precedente.

Consumazione del Reato: l’Accordo è Sufficiente

Il punto centrale della sentenza riguarda la consumazione del reato di cessione di stupefacenti. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il reato si perfeziona nel momento in cui viene raggiunto l’accordo tra le parti sull’oggetto (tipo e qualità della sostanza), sulla quantità e sul prezzo.

Non è necessaria né la consegna materiale della droga né il pagamento del corrispettivo. La successiva restituzione della merce a causa della scarsa qualità è una condotta che attiene alla fase esecutiva del patto, ma non ne inficia la pregressa perfezione. Pertanto, la tesi del tentativo è stata ritenuta manifestamente infondata, poiché l’accordo si era già pienamente formato e aveva avuto un principio di attuazione con la consegna della sostanza al corriere.

Attualità delle Esigenze Cautelari

Infine, la Corte ha confermato la sussistenza delle esigenze cautelari. Sebbene i fatti risalissero al 2018, il Tribunale aveva correttamente valorizzato un rinvio a giudizio del ricorrente per reati simili (associazione per delinquere, ricettazione e stupefacenti) commessi nel 2020. Questo elemento successivo dimostrava una persistente e attuale pericolosità sociale, attualizzando il rischio di recidiva. Il confronto con la posizione di un co-indagato, scarcerato, è stato ritenuto improprio, poiché quest’ultimo non risultava gravato da procedimenti successivi, a differenza del ricorrente.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La pronuncia in esame offre due importanti lezioni pratiche. La prima è di natura processuale: un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve essere specifico e pertinente, non una mera riproposizione di argomenti già vagliati. La seconda, di natura sostanziale, è un monito nel campo dei reati di droga: la giustizia considera il reato commesso già al momento dell’accordo, a prescindere dagli esiti successivi della transazione. Questo approccio rigoroso riflette la volontà del legislatore di colpire il traffico di stupefacenti fin dalla sua fase organizzativa.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici, cioè non si confrontano specificamente con le ragioni della decisione impugnata, oppure quando non vengono rispettati i requisiti formali previsti dalla legge.

Per commettere il reato di spaccio di droga, è necessaria la consegna e il pagamento della sostanza?
No. Secondo la sentenza, il reato di cessione di stupefacenti si considera consumato con il semplice accordo tra le parti sull’oggetto, la quantità e il prezzo della sostanza. La consegna e il pagamento sono irrilevanti ai fini del perfezionamento del reato.

Le esigenze cautelari possono essere giustificate da fatti successivi a quelli per cui si procede?
Sì. La Corte ha ritenuto corretto valutare un rinvio a giudizio per reati successivi (commessi nel 2020) per dimostrare l’attualità e la persistenza della pericolosità sociale del ricorrente, giustificando così la misura cautelare per fatti avvenuti nel 2018.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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