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Ricorso in Cassazione: quando i motivi sono inammissibili

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per false attestazioni. L’ordinanza chiarisce che i motivi di un ricorso in Cassazione non possono essere una mera ripetizione di quelli già respinti in appello e devono criticare specificamente la sentenza impugnata. La Corte ha inoltre confermato la correttezza della valutazione sulla pena, sulla recidiva e ha escluso la nullità del procedimento per la mancata ammissione al gratuito patrocinio.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Guida ai Motivi di Inammissibilità

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per riesaminare i fatti. È uno strumento volto a garantire la corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un’importante lezione sui limiti e sui requisiti di ammissibilità di tale ricorso, sottolineando perché la semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già presentate in Appello non è sufficiente.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per il reato di false attestazioni a un pubblico ufficiale (previsto dall’art. 495 del codice penale), decide di presentare ricorso in Cassazione. I motivi dell’impugnazione si concentravano su tre punti principali:

1. La contestazione della sua responsabilità penale.
2. La critica alla pena inflitta, ritenuta eccessiva, e la contestazione del mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e dell’applicazione della recidiva.
3. Un’eccezione di nullità per la mancata ammissione al gratuito patrocinio da parte della Corte d’Appello.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il ricorso interamente inammissibile, respingendo ogni doglianza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, fornendo una chiara spiegazione per ciascuno dei motivi sollevati. La decisione ribadisce che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito, ma ha la funzione di controllare la corretta interpretazione e applicazione delle norme di diritto. I motivi del ricorso devono, quindi, essere specifici e mirati a criticare eventuali errori di diritto commessi dal giudice del grado precedente.

Le Motivazioni della Sentenza: limiti al ricorso in Cassazione

L’ordinanza ha esaminato punto per punto le ragioni dell’inammissibilità, offrendo spunti fondamentali sulla tecnica redazionale di un ricorso in Cassazione.

Reiteratività e Genericità dei Motivi

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso non può essere un ‘copia e incolla’ dei motivi d’appello. Deve invece contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata, evidenziando dove e perché il giudice di secondo grado avrebbe sbagliato nell’applicare la legge. Motivi generici o meramente ripetitivi non assolvono a questa funzione e sono, pertanto, inammissibili.

Insindacabilità della Valutazione sulla Pena

Anche il secondo motivo, relativo alla determinazione della pena, è stato respinto. La Corte ha chiarito che la valutazione circa la concessione delle attenuanti generiche, l’applicazione della recidiva e la congruità della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione non è censurabile in Cassazione se, come nel caso di specie, è supportata da una motivazione logica e congrua. La Corte d’Appello aveva correttamente giustificato il diniego delle attenuanti per l’assenza di elementi positivi e l’applicazione della recidiva per la ‘maggiore e allarmante pericolosità sociale’ del ricorrente.

La Questione del Gratuito Patrocinio

Infine, la Corte ha respinto l’eccezione di nullità legata al gratuito patrocinio. Ha spiegato che, a seguito di una modifica legislativa del 2008 (L. n. 125/2008), la mancata decisione sull’istanza di ammissione al beneficio non comporta più la nullità assoluta del procedimento. Questo chiarisce un importante aspetto procedurale, escludendo che una tale omissione possa invalidare l’intero giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante: il ricorso in Cassazione è uno strumento tecnico che richiede rigore e specificità. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione di merito per ottenere un nuovo esame del caso. È necessario individuare precisi errori di diritto nella sentenza impugnata e argomentarli in modo puntuale. La decisione conferma che i motivi generici, ripetitivi o che sollecitano una nuova valutazione dei fatti sono destinati all’inammissibilità. Inoltre, fornisce un chiarimento decisivo sulla irrilevanza, ai fini della nullità, della mancata pronuncia sull’istanza di gratuito patrocinio.

È possibile presentare in Cassazione gli stessi motivi di ricorso già discussi in Appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi di ricorso non possono essere una mera riproposizione di quelli già dedotti e respinti in appello. Devono contenere una critica argomentata della sentenza impugnata e non essere generici o apparenti.

Il giudice può negare le circostanze attenuanti generiche senza una motivazione approfondita?
No, ma la motivazione può basarsi sull’assenza di elementi positivi valutabili a favore dell’imputato. La Corte ha ritenuto corretta la decisione del giudice di merito che, in conformità con la giurisprudenza consolidata, ha negato le attenuanti in mancanza di aspetti favorevoli da considerare.

La mancata decisione sull’istanza di ammissione al gratuito patrocinio rende nullo il processo?
No. A seguito delle modifiche legislative del 2008 all’art. 96 del T.U. Spese di Giustizia, l’omessa decisione sull’istanza di gratuito patrocinio nel termine previsto non è più sanzionata con la nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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