Ricorso in Cassazione Personale: Guida all’Inammissibilità
Nel complesso mondo della giustizia penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma pilastri che garantiscono l’ordine e l’efficacia del processo. Ignorarle può avere conseguenze gravi, come la chiusura anticipata di un’importante via di ricorso. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione personale da parte dell’imputato è inammissibile, sottolineando l’indispensabilità della difesa tecnica in questa fase cruciale del giudizio.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una condanna emessa in sede di giudizio abbreviato. Un soggetto era stato ritenuto colpevole per i reati di evasione e violazione della legge sugli stupefacenti, con una pena finale di due anni e quattro mesi di reclusione e 14.000 euro di multa. Non soddisfatto della determinazione della pena, l’imputato decideva di impugnare la sentenza della Corte d’Appello, proponendo personalmente ricorso davanti alla Suprema Corte di Cassazione.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
L’esito del ricorso è stato netto e perentorio: la Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle doglianze relative alla pena, ma si è fermata a un controllo preliminare di natura procedurale. La Corte ha rilevato che l’atto era stato presentato personalmente dall’imputato, in palese violazione delle norme che regolano l’accesso al giudizio di legittimità.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso Personale non è Ammesso
La motivazione della Corte si fonda sul combinato disposto degli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale. Sebbene l’articolo 571 consenta in via generale all’imputato di proporre impugnazione personalmente, l’articolo 613 introduce una regola speciale e inderogabile per il giudizio in Cassazione.
Quest’ultima norma stabilisce che l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori. La ragione di questa previsione risiede nella natura altamente tecnica del ricorso in Cassazione. Esso non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti, ma una sede in cui si possono far valere esclusivamente vizi di legittimità, ovvero errori nell’applicazione della legge o vizi procedurali. Di conseguenza, la legge richiede l’intervento di un professionista specializzato per garantire che i motivi di ricorso siano pertinenti e formulati correttamente.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Costi dell’Errore
L’ordinanza in esame offre una lezione chiara: il “fai da te” nel processo penale, specialmente davanti alla Cassazione, non è una strada percorribile. Le conseguenze dell’errore procedurale non si sono limitate alla mancata discussione del ricorso. La Corte, dichiarando l’inammissibilità, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, ravvisando un profilo di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, lo ha condannato al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. Questo provvedimento ribadisce che la difesa tecnica qualificata non è un’opzione, ma un requisito imprescindibile per accedere al giudizio di legittimità, a tutela sia del sistema giudiziario sia degli interessi dello stesso imputato.
È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, la legge non lo consente. L’articolo 613 del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che il ricorso deve essere sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, altrimenti è inammissibile.
Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione presentato personalmente e dichiarato inammissibile?
Le conseguenze sono duplici: in primo luogo, il ricorso non viene esaminato nel merito. In secondo luogo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di 3.000 euro.
Perché è necessario un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
Il ricorso in Cassazione non è un riesame dei fatti del processo, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). La sua redazione richiede una competenza tecnica specifica per individuare e formulare correttamente i vizi di legge della sentenza impugnata, motivo per cui il legislatore ha reso obbligatoria l’assistenza di un difensore qualificato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5935 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5935 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a FROSINONE il 23/03/1982
avverso la sentenza del 08/05/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avv o alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Rilevato che COGNOME LucaCOGNOME condannato per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 385 cod. pen. e 73, commi 4 e 5, d.P.R. n. 309 del 1990 all’esito di giudizio abbreviato alla pena di due anni quattro mesi di reclusione e 14.000,00 euro di multa, articolando un solo motivo di ricorso deduce violazione di legge con riguardo alla determinazione della pena;
Considerato che il ricorso è inammissibile perché presentato personalmente dall’imputato, in violazione del combinato disposto di cui agli artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, cod. proc. pen.;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della Cassa delle Ammende, sussistendo profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità;
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 20 dicembre 2024.