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Ricorso in Cassazione: motivi inammissibili

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per traffico di stupefacenti. Il ricorso in Cassazione, basato sulla presunta mancata concessione delle attenuanti generiche, è stato respinto perché il motivo non rientra tra quelli ammessi dopo un patteggiamento e, inoltre, si basava su una lettura errata della sentenza, dato che le attenuanti erano state concesse.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: quando i motivi sono inammissibili

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione a seguito di una sentenza di patteggiamento. Il caso riguarda un imputato condannato per detenzione e trasporto di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando due principi fondamentali: la tassatività dei motivi di ricorso e la necessità di una corretta lettura del provvedimento impugnato.

I Fatti del Processo

Un soggetto veniva condannato dal Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Milano, a seguito di richiesta di applicazione della pena (cd. patteggiamento), per il reato di concorso in detenzione e trasporto di 128 kg di hashish. L’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione avverso tale sentenza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione e i suoi limiti

L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente era la presunta omessa motivazione da parte del G.i.p. riguardo alla mancata concessione delle attenuanti generiche. Tuttavia, l’articolo 444, comma 2-bis, del codice di procedura penale, introdotto da recenti riforme, stabilisce chiaramente che la sentenza di patteggiamento può essere impugnata in Cassazione solo per motivi specifici e tassativi.

Questi motivi sono:
1. Problemi relativi all’espressione della volontà dell’imputato.
2. Difetto di correlazione tra la richiesta di patteggiamento e la sentenza emessa.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.

Il motivo sollevato dal ricorrente non rientrava in nessuna di queste categorie.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su una duplice e solida argomentazione.

In primo luogo, ha ribadito che il vizio di motivazione, anche se omessa, sulla concessione o sul diniego delle attenuanti generiche non è un motivo previsto dalla legge per poter impugnare una sentenza di patteggiamento. La scelta di accedere a un rito premiale come il patteggiamento comporta una rinuncia a far valere determinate doglianze, limitando l’accesso al giudizio di legittimità ai soli casi espressamente previsti dalla norma.

In secondo luogo, e in maniera dirimente, la Corte ha rilevato un palese errore nella lettura della sentenza da parte del ricorrente. Contrariamente a quanto sostenuto nel ricorso, il G.i.p. del Tribunale di Milano aveva, di fatto, concesso le attenuanti generiche all’imputato. La doglianza, pertanto, non era solo giuridicamente inammissibile, ma anche fattualmente infondata.

Conclusioni

La decisione della Suprema Corte si pone come un monito sull’importanza di un’attenta analisi dei provvedimenti giudiziari e sulla conoscenza dei limiti procedurali. Impugnare una sentenza di patteggiamento è possibile, ma solo entro i rigidi paletti fissati dal legislatore. Un ricorso in Cassazione basato su motivi non consentiti o, peggio, su un’errata interpretazione della decisione di primo grado, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

Quali sono i motivi per cui è possibile presentare ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
Secondo l’art. 444, comma 2-bis, del codice di procedura penale, il ricorso è consentito solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per due ragioni fondamentali: in primo luogo, il motivo addotto (omessa motivazione sulle attenuanti generiche) non rientra tra quelli previsti dalla legge per questo tipo di impugnazione. In secondo luogo, il ricorso si basava su un presupposto di fatto errato, poiché il giudice di primo grado aveva effettivamente concesso le attenuanti.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila Euro, in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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