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Ricorso in Cassazione: limiti del vizio di motivazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per il reato di ricettazione, basato su una presunta illogicità della motivazione. La sentenza ribadisce che il ricorso in Cassazione non può riesaminare le prove, ma solo verificare la coerenza logica del ragionamento del giudice di merito, confermando i limiti del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione e Vizio di Motivazione: i Limiti del Giudizio

Quando è possibile contestare la logica di una sentenza di condanna? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del controllo di legittimità, in particolare per quanto riguarda il vizio di motivazione. L’analisi del caso, relativo a un ricorso in Cassazione per il reato di ricettazione, offre spunti fondamentali per comprendere i limiti entro cui la Suprema Corte può sindacare le decisioni dei giudici di merito.

Il Caso: Appello per Illogicità della Motivazione

Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per il delitto di ricettazione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il motivo principale dell’impugnazione si fondava sulla presunta illogicità della motivazione che aveva portato alla sua dichiarazione di responsabilità. Secondo la difesa, il percorso argomentativo seguito dai giudici d’appello era viziato e non coerente, rendendo la sentenza censurabile ai sensi dell’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte sul ricorso in Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno colto l’occasione per ribadire un principio cardine del sistema processuale penale: il ruolo della Corte di Cassazione non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Il suo compito è limitato a un controllo di legittimità.

L’Orizzonte Circoscritto del Giudizio di Legittimità

La Corte ha sottolineato che il vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità è solo quello che emerge in modo evidente dal testo del provvedimento impugnato. Si tratta di un contrasto palese tra lo sviluppo argomentativo della sentenza e le massime di esperienza o altre affermazioni contenute nello stesso provvedimento. L’indagine della Cassazione, per espressa volontà del legislatore, ha un ‘orizzonte circoscritto’.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della decisione si basano su un orientamento consolidato, richiamando una celebre sentenza delle Sezioni Unite (n. 47289 del 2003). La Corte ha specificato che il suo sindacato deve limitarsi a riscontrare l’esistenza di un apparato argomentativo logico, senza alcuna possibilità di verificare se la motivazione corrisponda alle acquisizioni processuali (cioè alle prove raccolte nel processo). In altre parole, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito.

Nel caso specifico, la motivazione della sentenza d’appello, sebbene contestata dal ricorrente, non presentava vizi logici riconducibili alla nozione delineata dall’art. 606 c.p.p. Inoltre, la decisione era in linea con altri consolidati orientamenti giurisprudenziali in materia. Pertanto, il ricorso è stato ritenuto privo di fondamento e dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma che un ricorso in Cassazione basato sul vizio di motivazione ha possibilità di successo solo se si dimostra una manifesta illogicità interna alla sentenza, e non una semplice diversa interpretazione delle prove. Non è sufficiente sostenere che le prove potessero essere lette in modo diverso; è necessario evidenziare una crepa insanabile nel ragionamento del giudice. La conseguenza dell’inammissibilità è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a testimonianza della serietà con cui vengono trattati i ricorsi palesemente infondati.

Qual è il motivo principale per cui il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. Il vizio di illogicità della motivazione lamentato non rientrava nei casi previsti dall’art. 606, comma 1, lett. e), del codice di procedura penale, che si limita a un controllo sulla coerenza logica interna della sentenza.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove di un processo?
No. La Corte di Cassazione non può verificare la rispondenza della motivazione alle acquisizioni processuali (le prove). Il suo compito, come chiarito nell’ordinanza, è limitato a riscontrare l’esistenza di un apparato argomentativo logico, senza entrare nel merito dei fatti.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente in caso di inammissibilità del ricorso?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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