Ricorso in Cassazione: Perché è Obbligatoria la Difesa Tecnica?
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione del diritto. Una recente ordinanza della Suprema Corte (n. 6655/2024) ha ribadito un principio fondamentale, introdotto con la riforma del 2017: l’imputato non può più presentare personalmente il ricorso, ma deve necessariamente avvalersi di un avvocato. Analizziamo questa importante decisione per comprenderne le ragioni e le implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato in primo grado e in appello per un reato previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 1-bis, d.P.R. 309/90), decideva di contestare la sentenza della Corte d’Appello di Bari. Invece di affidarsi a un legale, provvedeva a redigere e a proporre personalmente il ricorso presso la Corte di Cassazione.
La Decisione della Corte e il Ricorso in Cassazione Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si basa su una ragione puramente procedurale: il ricorso era stato proposto da un soggetto non legittimato a farlo.
La Corte ha evidenziato come la Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come “riforma Orlando”) abbia modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale. A partire dal 3 agosto 2017, è stata eliminata la facoltà per l’imputato di proporre personalmente il ricorso, rendendo obbligatoria la sottoscrizione da parte di un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei cassazionisti.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte non si è limitata a una mera applicazione della norma, ma ha anche affrontato la questione della sua legittimità costituzionale. Il ricorrente, implicitamente, sollevava dubbi sulla conformità di tale obbligo con il diritto di difesa garantito dagli articoli 24 e 111 della Costituzione e dall’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Richiamando una precedente e autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Aiello, n. 8914/2018), i giudici hanno ribadito che la scelta del legislatore di richiedere la rappresentanza tecnica per il ricorso in Cassazione è pienamente legittima e ragionevole. Le motivazioni principali sono:
1.  Elevata Qualificazione Tecnica: Il giudizio di cassazione è un giudizio di pura legittimità, che richiede una conoscenza specialistica delle norme e della procedura. L’elevato livello di qualificazione professionale richiesto rende ragionevole escludere la difesa personale, che potrebbe rivelarsi inadeguata a tutelare efficacemente gli interessi dell’imputato.
2.  Garanzia del Diritto di Difesa: L’obbligo di un difensore tecnico non limita, ma qualifica il diritto di difesa. Questo diritto è ulteriormente protetto dall’istituto del patrocinio a spese dello Stato, che consente anche a chi non ha mezzi economici di avvalersi di un avvocato qualificato.
Di conseguenza, la manifesta infondatezza della questione di illegittimità costituzionale e la palese inammissibilità del ricorso hanno portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
L’ordinanza in esame consolida un principio ormai pacifico nella giurisprudenza penale. Qualsiasi ricorso in Cassazione proposto personalmente dall’imputato dopo il 3 agosto 2017 è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa regola sottolinea la natura altamente tecnica del giudizio di legittimità e l’importanza di affidarsi a professionisti specializzati per tutelare i propri diritti nell’ultimo grado di giudizio. Per i cittadini, il messaggio è chiaro: per accedere alla Corte Suprema, la mediazione di un avvocato cassazionista non è un’opzione, ma un requisito indispensabile.
 
È possibile presentare personalmente un ricorso in Cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103/2017, l’articolo 613 del codice di procedura penale richiede obbligatoriamente che il ricorso sia sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.
L’obbligo di avere un avvocato per il ricorso in Cassazione viola il diritto di difesa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, tale obbligo non viola il diritto di difesa. È considerato una scelta ragionevole del legislatore, giustificata dall’elevato livello di specializzazione tecnica richiesto per questo tipo di giudizio. Il diritto alla difesa è comunque garantito, anche tramite l’istituto del patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti.
Cosa succede se un imputato presenta comunque personalmente il ricorso in Cassazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza essere esaminato nel merito. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6655 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 6655  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/01/2024
OSSERVA
Rilevato che COGNOME NOME ha proposto personalmente ricorso avverso la senten con la quale la Corte d’appello di Bari, in parziale riforma di quella del Tribunale condanna del predetto per il reato di cui all’art. 73, comma 1-bis, d.P.R. n. 309/90, ha revocato la confisca di una somma di denaro, confermando nel resto;
ritenuto che il ricorso è inammissibile, per causa che può essere dichiarata senz ai sensi dell’art. 610 co. 5 bis cod. proc. pen., aggiunto dall’art. 1, comma 62, della leg giugno 2017, n. 103, in vigore a decorrere dal 3 agosto 2017, essendo stato propost da soggetto non legittimato, ai sensi dell’art. 613, comma 1, come modificato dall’art 63, I. 23 giugno 2017 che ha eliminato la facoltà di proporre ricorso personalmente;
che lo stesso Supremo organo della nomofilachia ha già ritenuto la manifesta infon della questione di illegittimità costituzionale dell’art. 613 cod. proc. pen., come sop per asserita violazione degli artt. 24, 111, comma 7, Cost. e 6 CEDU, nella parte consente più la proposizione del ricorso in cassazione all’imputato personalmente, rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere la rappresentanza tecnica delle impugnazioni in cassazione, senza che ciò determini alcuna limitazione del difensive (Sez. U, n. 8914 del 21/12/2017, dep. 2018, Aiello, Rv. 272011-01, in cui, in motivazione, la Corte ha precisato che l’elevato livello di qualificazione profession dall’esercizio del diritto di difesa in cassazione rende ragionevole l’esclusion personale, tanto più in un sistema che ammette il patrocinio a spese dello Stato);
che alla declaratoria di inammissibilità segue la condanna al pagamento del processuali e della somma di euro quattromila in favore della cassa delle ammen ravvisandosi ragioni di esonero in ordine alla causa di inammissibilità (Corte cost. n
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese pr della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende. Deciso il 17 gennaio 2024