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Ricorso in cassazione: inammissibilità se personale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8163/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in cassazione presentato personalmente dall’imputato avverso una sentenza di patteggiamento. La decisione si fonda sul divieto esplicito previsto dall’art. 613 del codice di procedura penale, che riserva la sottoscrizione del ricorso ai soli difensori abilitati. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Perché Non Puoi Farlo da Solo

L’ordinanza n. 8163/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso in cassazione non può essere presentato personalmente dall’imputato, pena l’immediata inammissibilità. Questa decisione, sebbene lineare, offre l’occasione per chiarire i requisiti formali di questo importante strumento di impugnazione e le conseguenze del mancato rispetto delle regole.

I Fatti del Caso

Un soggetto, precedentemente condannato dal Tribunale di Monza con una sentenza di patteggiamento per reati legati agli stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, decideva di impugnare tale decisione. Anziché affidarsi a un legale, l’imputato sceglieva di presentare personalmente il ricorso in cassazione. La Suprema Corte è stata quindi chiamata a valutare, prima ancora del merito delle doglianze, la validità formale dell’atto presentato.

La Questione Giuridica: Il Divieto del Ricorso Personale

Il cuore della vicenda non riguarda i reati contestati all’imputato, ma una precisa norma procedurale: l’articolo 613 del codice di procedura penale. Questa disposizione stabilisce in modo inequivocabile che, ad eccezione di specifici casi previsti dalla legge, l’atto di ricorso e i relativi motivi devono essere sottoscritti da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Questa regola, nota come “ius postulandi”, riserva la capacità di stare in giudizio davanti alla Suprema Corte a professionisti specificamente abilitati, a garanzia della tecnicità e della correttezza giuridica degli atti presentati. Il legislatore ha ritenuto che la complessità del giudizio di legittimità richieda una competenza specialistica che solo un avvocato cassazionista può possedere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nella sua breve ma incisiva ordinanza, non ha avuto dubbi. Richiamando direttamente l’art. 613 c.p.p., ha rilevato che la proposizione personale del ricorso in cassazione da parte dell’imputato ne determina la radicale inammissibilità. La violazione di questa norma formale impedisce al giudice di scendere nel merito del ricorso, ovvero di analizzare le ragioni per cui l’imputato contestava la sentenza. La conseguenza di questa declaratoria è stata duplice: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza del rispetto delle forme nel processo penale. Sebbene il diritto di difesa sia inviolabile, il suo esercizio è disciplinato da regole precise, specialmente nei gradi più alti di giudizio. La scelta di agire personalmente, senza l’assistenza di un difensore abilitato, nel presentare un ricorso in cassazione si traduce non solo nel mancato esame delle proprie ragioni, ma anche in un’ulteriore condanna economica. La decisione sottolinea che la difesa tecnica qualificata non è un orpello, ma un requisito essenziale per accedere alla giustizia della Corte Suprema.

Un imputato può presentare personalmente ricorso in cassazione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la proposizione personale del ricorso da parte dell’imputato ne determina l’inammissibilità, in base all’art. 613 del codice di procedura penale.

Qual è il requisito fondamentale per presentare un ricorso in cassazione in materia penale?
L’atto di ricorso e i motivi devono essere sottoscritti da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questo requisito è noto come “ius postulandi”.

Cosa succede se un ricorso in cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, come stabilito nel caso di specie per un importo di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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