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Ricorso in Cassazione: inammissibile se è di fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per lesioni personali. I motivi si basavano su una richiesta di rivalutazione dei fatti, estranea al giudizio di legittimità, e su una generica richiesta di attenuanti. L’inammissibilità del ricorso in Cassazione ha comportato la condanna della ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Inammissibile se Contesta i Fatti

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma i suoi confini sono ben definiti. Non è una terza istanza dove si possono ridiscutere i fatti di una causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, dichiarando inammissibile un ricorso contro una condanna per lesioni personali, proprio perché i motivi proposti miravano a una inammissibile rivalutazione delle prove. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una condanna emessa dal Giudice di Pace di Messina per il reato di lesioni personali, previsto dall’art. 582 del codice penale. L’imputata, ritenendo la sentenza ingiusta, decideva di presentare ricorso direttamente alla Corte di Cassazione, affidandosi a due specifici motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso dell’imputata si fondava su due argomenti principali:

1. Errata ricostruzione dei fatti e carenza di prova: La ricorrente sosteneva che il giudice di merito avesse sbagliato nella valutazione delle prove, non attribuendo correttamente il fatto di reato alla sua persona. In sostanza, chiedeva alla Cassazione di “rileggere” gli elementi probatori per giungere a una conclusione diversa.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: La difesa lamentava che non fossero state concesse le attenuanti generiche, limitandosi però a invocarne l’applicazione senza specificare, se non con argomenti vaghi, le ragioni concrete che ne avrebbero imposto la concessione nel caso specifico.

Limiti del Giudizio di Legittimità

La Corte Suprema ha respinto entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni di questa decisione sono fondamentali per comprendere la funzione e i limiti del ricorso in Cassazione.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudizio di Cassazione è un giudizio “di legittimità”, non “di merito”. Ciò significa che la Suprema Corte non ha il potere di riesaminare i fatti o di valutare autonomamente le prove. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare che il giudice del precedente grado abbia applicato correttamente la legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e non contraddittorio. Chiedere una “rilettura” degli elementi di fatto, come ha fatto la ricorrente, equivale a chiedere un nuovo giudizio sui fatti, compito che non spetta alla Cassazione. La Corte cita numerose sentenze, anche delle Sezioni Unite, che confermano come sia preclusa una diversa valutazione delle risultanze processuali.

La Genericità del Secondo Motivo

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione diversa: la sua “genericità”. La Corte ha osservato che la ricorrente si era limitata a lamentare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche senza argomentare in modo specifico perché queste avrebbero dovuto essere concesse. L’appello si basava su “parametri vaghi” e non offriva elementi concreti che potessero giustificare una censura alla decisione del giudice di merito. Per ottenere le attenuanti, non basta chiederle, ma è necessario illustrare le ragioni specifiche (comportamento processuale, contesto del fatto, ecc.) che le giustificherebbero.

Le Conclusioni: L’Inammissibilità e le Sue Conseguenze

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non solo conferma la condanna originaria ma comporta anche conseguenze economiche per la ricorrente. Infatti, è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento prezioso ma va utilizzato correttamente, proponendo censure che riguardino la violazione di legge e non un mero dissenso sulla ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito.

Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti del mio processo?
No. Il giudizio della Corte di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. La Corte non può effettuare una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti.

Cosa succede se i motivi di un ricorso in Cassazione si limitano a contestare la valutazione dei fatti?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come stabilito in questo caso, le doglianze che si traducono in una mera richiesta di ‘rilettura’ degli elementi di fatto non sono consentite in sede di legittimità e portano all’inammissibilità del ricorso.

Per ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche è sufficiente chiederle nel ricorso?
No, non è sufficiente. La richiesta deve essere specifica e motivata. Un motivo di ricorso che si limita a invocare il beneficio in modo generico, con riferimento a parametri vaghi e senza chiarire perché le attenuanti si sarebbero dovute concedere nel caso specifico, viene considerato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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