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Ricorso in Cassazione inammissibile se di merito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22223/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in Cassazione presentato da un imputato condannato per ricettazione. Il motivo del rigetto risiede nel fatto che l’appello si basava su una richiesta di riesame delle prove e dei fatti, un’attività che esula dalle competenze della Suprema Corte, la quale si limita a un giudizio di legittimità sulla corretta applicazione della legge.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando l’Appello è Inammissibile

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma la sua funzione è spesso fraintesa. Non è una terza istanza di merito dove si possono ridiscutere i fatti, ma un rigoroso controllo sulla corretta applicazione della legge. L’ordinanza n. 22223 del 2024 della Suprema Corte ce lo ricorda, dichiarando inammissibile un ricorso per il reato di ricettazione che mirava proprio a una nuova valutazione delle prove.

Il Caso in Analisi: un Ricorso per Ricettazione

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un uomo per il reato di ricettazione, ai sensi dell’art. 648 del codice penale. La sentenza di condanna, emessa in primo grado, era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. Ritenendo ingiusta la decisione, l’imputato decideva di presentare un ricorso in Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

I Motivi del Ricorso e la Difesa

L’imputato, attraverso il suo difensore, ha basato il suo unico motivo di ricorso su una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità penale. Tuttavia, analizzando il contenuto dell’atto, la Corte ha subito rilevato la vera natura della doglianza: non una critica alla corretta applicazione delle norme, ma un tentativo di sollecitare una rilettura degli elementi di prova già ampiamente valutati dai giudici di primo e secondo grado. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito, ad esempio riconsiderando le testimonianze o le prove materiali in modo differente.

La Decisione della Suprema Corte sul Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, dichiarando il ricorso in Cassazione inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte stabilisce che le argomentazioni proposte non rientrano tra quelle che possono essere legittimamente esaminate in sede di legittimità. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni dell’ordinanza sono chiare e didattiche, ribadendo un principio cardine del nostro sistema processuale. La Corte Suprema non è un “terzo giudice del fatto”. Il suo compito, nel cosiddetto “giudizio di legittimità”, è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e coerente, senza cadere in palesi contraddizioni.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno osservato che sia la sentenza di primo grado sia quella d’appello avevano spiegato in modo “adeguato” le ragioni della condanna, basandosi su una valutazione degli elementi probatori “rispettosa dei canoni di logica e dei principi di diritto”. Il ricorso, invece, non si confrontava con queste motivazioni, ma si limitava a proporre una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo tipo di argomentazione è estraneo ai poteri della Corte di Cassazione e rende il ricorso “aspecifico” e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: Limiti e Funzione del Giudizio di Cassazione

Questa pronuncia sottolinea l’importanza di strutturare correttamente un ricorso in Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito; è necessario individuare precisi errori di diritto o vizi logici macroscopici nella motivazione della sentenza impugnata. Tentare di ottenere dalla Suprema Corte una nuova e diversa valutazione delle prove è una strategia destinata al fallimento, che comporta unicamente la condanna a ulteriori spese. La decisione riafferma la distinzione netta tra il giudizio di merito, incentrato sull’accertamento dei fatti, e il giudizio di legittimità, focalizzato sulla corretta applicazione delle norme.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava esclusivamente su una richiesta di rivalutazione dei fatti e delle prove, un’attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale si limita a un giudizio sulla corretta applicazione della legge.

Cosa può valutare la Corte di Cassazione in un ricorso?
La Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità, ovvero controlla la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza poter riesaminare nel merito i fatti del processo.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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