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Ricorso in Cassazione inammissibile: ecco perché

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentata rapina impropria. Il motivo del rigetto risiede nel fatto che il ricorso si limitava a riproporre le medesime argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove critiche specifiche alla sentenza impugnata. Tale pratica, configurando un tentativo di rivalutazione dei fatti, non è consentita nel giudizio di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione Inammissibile: La Ripetizione dei Motivi non Paga

Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per ridiscutere i fatti. Una recente ordinanza della Corte chiarisce ancora una volta i limiti di questo strumento, dichiarando un ricorso in Cassazione inammissibile perché meramente riproduttivo di argomenti già esaminati. Analizziamo la decisione per capire quando un ricorso rischia di essere respinto in partenza.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentata rapina impropria. L’imputato, non soddisfatto della decisione della Corte d’Appello di Milano, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. La sua difesa contestava sia la valutazione delle prove che avevano portato alla sua condanna, sia la qualificazione giuridica del fatto. In particolare, sosteneva che i fatti avrebbero dovuto essere inquadrati come un’ipotesi più lieve, ossia tentato furto e minaccia.

La Decisione della Corte: un Ricorso in Cassazione Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, ma si è fermata a un controllo preliminare, rilevando un vizio che ha reso l’intero ricorso non esaminabile.

La Riproduzione delle Censure d’Appello

Il fulcro della decisione risiede in un principio cardine della procedura penale: il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica e puntuale alla sentenza impugnata. Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse identiche censure e argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Secondo i giudici supremi, questo approccio rende il ricorso ‘indeducibile’, poiché non si confronta con le ragioni giuridiche espresse nella sentenza di secondo grado, ma si limita a ripeterle sterilmente.

Il Divieto di Rivalutazione del Merito

La Corte ha inoltre ribadito che il suo ruolo non è quello di un terzo giudice di merito. Il cosiddetto ‘sindacato di legittimità’ non permette di riesaminare le prove o di fornire una lettura alternativa dei fatti (ad esempio, rileggere le fonti probatorie). Il compito della Cassazione è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove è un’attività estranea ai compiti della Suprema Corte e porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Le motivazioni

La motivazione della Corte è stata netta e concisa. I giudici hanno ritenuto che l’unico motivo di ricorso fosse ‘indeducibile poiché riproduttivo di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici da parte del giudice di merito’. Mancava, quindi, una ‘specifica critica analisi’ delle argomentazioni contenute nella sentenza d’appello. Inoltre, il ricorso mirava a una ‘rivalutazione e/o alternativa rilettura delle fonti probatorie’, operazione preclusa in sede di legittimità. Di conseguenza, non essendo soddisfatti i requisiti minimi per un valido ricorso, la Corte lo ha dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: per avere successo in Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con le decisioni dei giudici precedenti. È necessario individuare e argomentare vizi specifici della sentenza impugnata, che riguardino la violazione della legge o difetti logici evidenti nella motivazione. La semplice riproposizione dei motivi d’appello non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro. Pertanto, la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi tecnica approfondita e non può essere una mera ripetizione di doglianze già espresse.

Perché un ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
È stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e nuova contro la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘riproduttivo’?
Significa che il motivo non è originale, ma è una semplice copia delle censure già sollevate nel precedente grado di giudizio. Questo approccio non è consentito in Cassazione, dove è richiesta una critica mirata alla decisione che si sta contestando.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso in Cassazione inammissibile?
La persona che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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