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Ricorso in Cassazione: i vizi di motivazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in Cassazione contro un sequestro preventivo. L’imputato, accusato di truffa e riciclaggio, aveva lamentato vizi di motivazione, ma la Corte ha ribadito che in questa sede sono ammesse solo censure per violazione di legge, non riesami del merito.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando i Vizi di Motivazione Non Bastano

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: il ricorso in Cassazione avverso un’ordinanza di sequestro preventivo non può fondarsi su censure relative a vizi di motivazione, ma solo su una chiara violazione di legge. Questa pronuncia offre spunti cruciali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le strategie difensive percorribili.

I Fatti del Caso: Un Complesso Scenario di Reati Finanziari

Il caso trae origine da un’indagine su un presunto schema fraudolento volto a ottenere indebitamente erogazioni pubbliche. L’imputato era accusato di una serie di gravi reati, tra cui:
* Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.), legata a rimborsi fiscali per ristrutturazioni immobiliari mai realizzate.
* Emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebita compensazione (d.l. 74/2002).
* Riciclaggio (art. 648 bis c.p.) e autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.) dei profitti illecitamente ottenuti.

A seguito di queste accuse, il Giudice per le Indagini Preliminari aveva emesso un decreto di sequestro preventivo, successivamente confermato dal Tribunale del Riesame.

La Decisione del Riesame e i Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, articolando tre motivi principali, tutti incentrati su presunti vizi motivazionali (ai sensi dell’art. 606, lett. e, c.p.p.):
1. Manifesta illogicità e contraddittorietà della motivazione: si contestava il modo in cui il Tribunale aveva valutato le prove a carico, ritenendolo viziato.
2. Mancanza assoluta di motivazione: si lamentava che il provvedimento non avesse adeguatamente valutato la credibilità e l’attendibilità delle dichiarazioni dei coindagati.
3. Mancanza assoluta di motivazione sul periculum in mora: si deduceva l’assenza di una spiegazione adeguata sul perché il sequestro fosse necessario e urgente.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare il ragionamento logico seguito dai giudici di merito nella valutazione dei fatti e delle prove.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una chiara lezione sui confini del proprio potere giurisdizionale in materia di sequestri.

Il Principio Cardine: Solo Violazione di Legge, Non Riesame del Merito

Il punto centrale della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 325 c.p.p., che regola il ricorso contro le ordinanze in materia di sequestro. Questa norma permette di adire la Cassazione solo per violazione di legge.

La Corte ha spiegato che i motivi presentati dall’imputato, pur formalmente richiamando l’art. 606 c.p.p., si traducevano in una richiesta di rivalutazione del merito. Contestare l’illogicità della motivazione o l’attendibilità di un testimone significa chiedere alla Corte di esprimere un nuovo giudizio sui fatti, un’attività che è preclusa nel giudizio di legittimità per questo tipo di provvedimenti.

La Motivazione Assente come Violazione di Legge

La Corte ha affrontato anche il terzo motivo, relativo alla mancanza di motivazione sul periculum in mora. Sebbene anche questo motivo fosse stato inquadrato come vizio motivazionale, la giurisprudenza ammette che una motivazione totalmente assente o talmente carente da risultare incomprensibile possa integrare una violazione di legge (in riferimento all’art. 125 c.p.p.).

Tuttavia, nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che una motivazione, seppur sintetica, fosse presente e sufficiente a illustrare le ragioni di urgenza che giustificavano il sequestro, escludendo quindi la sussistenza di una violazione di legge.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con la declaratoria di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La pronuncia è emblematica e rafforza un principio consolidato: chi intende impugnare in Cassazione un’ordinanza di sequestro preventivo deve concentrarsi sulla dimostrazione di un errore nell’applicazione o interpretazione di una norma di diritto. Le critiche all’apparato argomentativo del giudice di merito, se non sfociano in una palese e radicale assenza di logica equiparabile a una violazione di legge, sono destinate a essere respinte. È una distinzione sottile ma decisiva, che definisce i confini tra il giudizio di merito e quello di legittimità.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Perché era fondato esclusivamente su vizi di motivazione (illogicità, contraddittorietà), mentre il ricorso alla Corte di Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo è ammesso solo per violazione di legge, come previsto dall’art. 325 c.p.p.

Qual è la differenza tra ‘violazione di legge’ e ‘vizio di motivazione’ in questo contesto?
La ‘violazione di legge’ riguarda un errore nell’applicazione o interpretazione di una norma giuridica. Il ‘vizio di motivazione’ attiene al processo logico seguito dal giudice nel valutare i fatti e le prove, un aspetto che non può essere riesaminato dalla Cassazione in sede di appello contro un sequestro.

Una motivazione totalmente assente può essere considerata una violazione di legge?
Sì. La giurisprudenza costante, richiamata nella sentenza, stabilisce che una motivazione mancante, o così carente da essere incomprensibile, integra una violazione di legge. Tuttavia, nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione sul ‘periculum in mora’ fosse sufficiente a superare questa soglia minima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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