Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31028 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31028 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a SOMMARIVA DEL BOSCO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/09/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
J Arei: 24DATA_NASCITA
Rilevato che-TITTUfl zo COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Torino che ha confermato, per quel che qui rileva, la responsabilità del predetto imputato per il reato di bancarotta fraudolenta;
considerato che il primo e il secondo motivo di ricorso, con cui si contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità nonché la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, sono generici pe indeterminatezza perché privi dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett c) cod. proc. pen. in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata completa e logicamente corretta, non vengono indicati gli elementi che sono alla base delle censure formulate, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
rilevato che il terzo motivo di ricorso, con cui si denunzia la violazione di legge e vizi motivazionali in ordine alla valutazione delle prove, non è consentito in sede di legittimità perché costituito da mere doglianze in punto di fatto ch tendono a ottenere un’inammissibile ricostruzione della vicenda mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice di merito, il quale, motivazione anche in parte qua esente da vizi logici e giuridici, ha esplicitato le ragioni del suo convincimento;
che esula, infatti, dai poteri della Corte di cassazione quello di un ‘rilettura’ degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la c valutazione è, in via esclusiva, riservata al giudice di merito (per tutte: Sez n. 6402, del 30/4/1997, Dessimone, Rv. 207944);
considerato che il quarto e il quinto motivo, con cui il ricorrente deduce violazione di legge e vizi motivazionali in ordine alla valutazione delle consulenz tecniche sono inammissibili perché fondati su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, dovendosi gli stessi considerare non specifici ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso;
rilevato inoltre che i suddetti motivi, denunciando la illogicità dell motivazione sulla base della diversa lettura dei dati processuali o una diversa ricostruzione storica dei fatti o un diverso giudizio di rilevanza o comunque di attendibilità delle fonti di prova, non sono consentiti dalla legge, stante preclusione per la Corte di cassazione non solo di sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta nei precedenti gradi, ma anche di saggiare la tenuta logica della pronuncia portata alla sua cognizione
mediante un raffronto tra l’apparato argomentativo che la sorregge ed eventuali altri modelli di ragionamento mutuati dall’esterno (tra le altre, Sez. U, n. 12 de 31/05/2000, Jakani, Rv. 216260); il giudice di merito, con motivazione esente da vizi logici, ha esplicitato le ragioni del suo convincimento facendo applicazione di corretti argomenti giuridici ai fini della dichiarazione di responsabilità e de sussistenza del reato;
considerato che gli ultimi quattro motivi di ricorso, con cui si contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità, sono, al pari dei primi due, generici per indeterminatezza perché privi dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen.;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Roma, 8 luglio 2024