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Ricorso in Cassazione: i limiti del riesame del sequestro

La Procura ha impugnato l’annullamento di un sequestro preventivo in un impianto di riciclo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso in cassazione inammissibile, stabilendo che non si può contestare il merito della valutazione dei fatti, ma solo la violazione di legge. Ha inoltre ribadito che l’appello deve dimostrare non solo il sospetto di reato ma anche l’urgenza della misura.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Limiti e Requisiti per l’Impugnazione del Sequestro Preventivo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30778/2025, ha fornito chiarimenti cruciali sui limiti del ricorso in cassazione avverso le decisioni del Tribunale del Riesame in materia di sequestro preventivo. Questa pronuncia ribadisce principi fondamentali della procedura penale, delineando con precisione i motivi di inammissibilità e il perimetro dell’impugnazione davanti alla Suprema Corte. Il caso analizzato riguarda il sequestro di materiale presso un’azienda di riciclo, annullato in sede di riesame e successivamente impugnato dalla Procura.

I Fatti del Caso: Il Sequestro e l’Annullamento

Il procedimento ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale, avente ad oggetto materiale (carta e cartone) stoccato presso un’azienda specializzata nel recupero destinato alla filiera “end of waste”. Il Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dell’indagato, annullava tale provvedimento, ritenendo insussistente il fumus commissi delicti del reato ambientale contestato (art. 256 D.Lgs. 152/06).

Secondo l’accusa, l’azienda violava palesemente la disciplina sui processi di recupero. I cumuli di carta e cartone erano esposti agli agenti atmosferici, miscelati con altri materiali come la plastica, e il personale non era adeguatamente formato. Di conseguenza, il materiale non poteva essere considerato “end of waste”, ma rifiuto a tutti gli effetti.

Il Ricorso in Cassazione del Pubblico Ministero

Contro l’ordinanza di annullamento del Tribunale del Riesame, ben due Procure della Repubblica proponevano ricorso per Cassazione. Le censure erano identiche e miravano a dimostrare la violazione delle normative ambientali, sostenendo che il Tribunale avesse errato nel non riconoscere la sussistenza del reato.

I ricorrenti, in sostanza, chiedevano alla Suprema Corte di rivalutare gli elementi probatori (informative di reato, verbali di sopralluogo) per giungere a una conclusione diversa da quella del giudice del riesame.

Le Motivazioni della Suprema Corte: i limiti del ricorso in cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, basando la sua decisione su tre pilastri argomentativi distinti che definiscono i confini invalicabili del giudizio di legittimità in questa materia.

Legittimazione a Ricorrere: Chi Può Impugnare?

In primo luogo, il ricorso di uno dei due Pubblici Ministeri è stato dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione. La Corte ha ribadito un principio consolidato: ai sensi dell’art. 325 c.p.p., l’unico soggetto legittimato a impugnare l’ordinanza del Tribunale del Riesame è l’ufficio del Pubblico Ministero presso quello stesso Tribunale. L’altro PM, appartenente a un diverso ufficio giudiziario, era quindi privo della facoltà di proporre l’appello.

Carenza di Interesse: L’Assenza del “Periculum in Mora”

Il secondo e cruciale motivo di inammissibilità riguarda la carenza di interesse. Il ricorso del PM si concentrava esclusivamente sulla contestazione del fumus commissi delicti, ovvero il sospetto di reato. Tuttavia, non conteneva alcun riferimento al periculum in mora, cioè il pericolo che la libera disponibilità del bene potesse aggravare le conseguenze del reato. La Corte ha sottolineato che l’accoglimento del ricorso sul solo fumus non avrebbe comunque portato al ripristino del sequestro, rendendo l’impugnazione di fatto inutile e priva di un interesse concreto e attuale.

Violazione di Legge vs. Vizio di Motivazione

Infine, la Cassazione ha affrontato il tema centrale dei motivi di ricorso. L’art. 325 c.p.p. permette di ricorrere in Cassazione avverso le ordinanze in materia di misure cautelari reali solo per “violazione di legge”. Questa nozione non comprende l’illogicità manifesta o la contraddittorietà della motivazione, che possono essere denunciate solo nei ricorsi contro le sentenze. L’appello del PM, invece di evidenziare un’errata applicazione di norme, proponeva un ragionamento probatorio alternativo, criticando la coerenza e la logica delle conclusioni del Tribunale del Riesame. Questo tipo di censura, che attiene al merito della valutazione dei fatti, è precluso in sede di legittimità. Un vizio di motivazione può rilevare come violazione di legge solo se la motivazione è totalmente assente o meramente apparente, circostanza non riscontrata nel caso di specie.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza riafferma con forza la natura del giudizio di Cassazione come un controllo di legittimità e non di merito. Per il Pubblico Ministero che intende impugnare un’ordinanza di annullamento di un sequestro, emergono indicazioni chiare: 1. È necessario dimostrare la sussistenza di entrambi i requisiti della misura cautelare: il fumus commissi delicti e il periculum in mora. 2. I motivi di ricorso devono concentrarsi su una specifica “violazione di legge” (es. errata interpretazione di una norma), senza tentare di indurre la Corte a una nuova e diversa valutazione delle prove. 3. Solo l’ufficio del PM presso l’organo che ha emesso la decisione impugnata ha il diritto di ricorrere. La pronuncia serve da monito, scoraggiando appelli che mirano a ottenere un terzo grado di giudizio sul fatto, e rafforza la stabilità delle decisioni prese in sede di riesame.

Chi ha il diritto di proporre ricorso per cassazione contro un’ordinanza di annullamento del sequestro?
Secondo la Corte, la legittimazione a ricorrere, ai sensi dell’art. 325 cod. proc. pen., spetta esclusivamente all’ufficio del pubblico ministero presso l’organo giudiziario la cui decisione viene impugnata.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile per carenza di interesse?
Un ricorso è inammissibile per carenza di interesse se, anche in caso di accoglimento, non porterebbe a un risultato pratico favorevole per il ricorrente. Nel caso specifico, contestare solo il ‘fumus commissi delicti’ senza argomentare sul ‘periculum in mora’ rende il ricorso inutile, poiché entrambi i requisiti sono necessari per disporre il sequestro.

È possibile contestare in Cassazione l’illogicità della motivazione di un’ordinanza del Tribunale del Riesame?
No, il ricorso in Cassazione contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo è consentito solo per ‘violazione di legge’. Non è possibile denunciare la contraddittorietà o l’illogicità manifesta della motivazione, a meno che questa non sia totalmente assente o meramente apparente, casi in cui si configura una violazione di norme processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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