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Ricorso in Cassazione: i limiti del giudizio

Due individui, condannati per violenza privata, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso in Cassazione inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o le prove, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge. Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato respinto, confermando la decisione del giudice di merito.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando il Riesame dei Fatti è Inammissibile

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui confini del ricorso in Cassazione nel sistema giuridico italiano. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile l’impugnazione presentata da due soggetti condannati per violenza privata, ribadendo con fermezza la distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Questo caso ci permette di approfondire perché la Cassazione non può trasformarsi in un ‘terzo grado’ di giudizio per riesaminare le prove.

Il Contesto del Caso: Dalla Condanna all’Appello in Cassazione

La vicenda trae origine da una sentenza del Giudice di Pace che aveva ritenuto due persone responsabili del reato di violenza privata in concorso (artt. 110 e 610 c.p.), condannandole alla pena ritenuta di giustizia. Insoddisfatti della decisione, i due imputati hanno proposto ricorso, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione e la Netta Chiusura della Corte

I ricorrenti hanno basato la loro difesa su diverse argomentazioni, tutte mirate a scardinare la motivazione della sentenza di condanna. Essi hanno contestato:

* La sussistenza dell’elemento oggettivo e soggettivo del reato.
* L’attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa.
* La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
* Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

Sostanzialmente, i ricorrenti chiedevano alla Suprema Corte di effettuare una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti già esaminati dal Giudice di Pace. La risposta della Corte è stata chiara e perentoria: tali richieste esulano dalle sue competenze.

La Valutazione dei Fatti: un Compito Esclusivo del Giudice di Merito

La Corte ha trattato congiuntamente i motivi relativi alla ricostruzione del fatto, all’elemento oggettivo e soggettivo e all’attendibilità della vittima. Ha spiegato che non è consentito, in sede di legittimità, invocare una ‘rilettura’ degli elementi di fatto. Il ruolo della Cassazione non è quello di fornire una propria, e potenzialmente diversa, interpretazione delle prove, ma solo di verificare che il ragionamento del giudice di merito sia logico e conforme alla legge. Citando consolidata giurisprudenza, la Corte ha ribadito che sono precluse ‘l’autonoma adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti’.

La Questione delle Circostanze Attenuanti

Anche il motivo riguardante il diniego delle attenuanti generiche è stato giudicato inammissibile e manifestamente infondato. La Corte ha riscontrato che la motivazione fornita dal Giudice di Pace su questo specifico punto era priva di evidenti illogicità, rendendo quindi l’impugnazione infondata.

Le Motivazioni

La motivazione centrale dell’ordinanza risiede nel principio fondamentale che regola il ricorso in Cassazione. La Suprema Corte non è un giudice del fatto, ma un giudice del diritto. Il suo compito è assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, non di stabilire come si sono svolti i fatti. Permettere una rivalutazione delle prove in Cassazione significherebbe sovvertire la struttura del processo, creando un terzo grado di giudizio di merito che la legge non prevede. La valutazione delle prove, la credibilità dei testimoni e la ricostruzione storica degli eventi sono compiti riservati in via esclusiva ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione interviene solo se la motivazione della sentenza impugnata è manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente, vizi che in questo caso non sono stati riscontrati.

Le Conclusioni

La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale granitico. Chi intende presentare un ricorso in Cassazione deve essere consapevole che non può limitarsi a contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice precedente, proponendone una alternativa. I motivi di ricorso devono concentrarsi su specifiche violazioni di legge o su vizi logici evidenti e decisivi nella motivazione. In assenza di tali elementi, come nel caso di specie, il ricorso sarà inevitabilmente dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, rendendo definitiva la sentenza di condanna.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e la ricostruzione dei fatti decisa da un altro giudice?
No, l’ordinanza chiarisce che il ricorso in Cassazione non consente una nuova valutazione degli elementi probatori. La Corte può solo verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non riesaminare i fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

Perché il motivo di ricorso sulle circostanze attenuanti generiche è stato respinto?
È stato respinto perché ritenuto inammissibile e manifestamente infondato. La Corte ha verificato che la motivazione del giudice precedente su questo punto non presentava vizi di evidente illogicità e, pertanto, non c’erano i presupposti per annullarla.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non entra nel merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e, come stabilito in questo caso, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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