Ricorso in Cassazione: perché non è un terzo grado di giudizio
Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per chiarire un punto fondamentale del nostro sistema giudiziario: i limiti del ricorso in Cassazione. Molti credono che si tratti di un terzo grado di giudizio, un’ulteriore possibilità per ridiscutere l’intero caso. La realtà, come vedremo, è ben diversa. La Suprema Corte non è un ‘super giudice’ che rivaluta i fatti, ma un organo che vigila sulla corretta applicazione del diritto. Analizziamo questo caso per capire meglio la differenza tra giudizio di merito e giudizio di legittimità.
Il caso in esame
Un cittadino, condannato nei gradi precedenti per porto d’arma e resistenza a pubblico ufficiale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue difese si basavano su una diversa interpretazione dei fatti che avevano portato alla condanna.
In particolare, sosteneva due punti:
1. Il porto dell’arma sarebbe avvenuto in un’area da considerarsi pertinenza della sua abitazione temporanea, rendendo la condotta non punibile.
2. La resistenza a pubblico ufficiale sarebbe stata una mera resistenza passiva, e il successivo contatto fisico con un Carabiniere sarebbe stato un evento colposo e non intenzionale (doloso).
In sostanza, l’imputato chiedeva alla Cassazione di riconsiderare le prove e dare una lettura dei fatti diversa da quella dei giudici di merito.
I limiti del ricorso in Cassazione secondo la Corte
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento: la Corte non può effettuare una nuova valutazione delle prove. Il suo compito, nel cosiddetto ‘giudizio di legittimità’, è esclusivamente quello di controllare la correttezza giuridica e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sulla gravità, precisione e concordanza degli indizi o delle prove.
Questo significa che domande come ‘l’impatto è stato volontario?’ o ‘quello spazio è una pertinenza?’ sono questioni di fatto, la cui risposta spetta ai tribunali di primo e secondo grado, che analizzano direttamente le testimonianze, i documenti e le perizie. Il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per ottenere una terza opinione sui fatti.
Le motivazioni
Le motivazioni della Corte sono state nette e si sono appoggiate a consolidati orientamenti giurisprudenziali. I giudici hanno spiegato che entrambi i motivi del ricorso erano ‘mere richieste di rivalutazione delle prove’. L’appellante non ha evidenziato vizi logici nella motivazione della Corte d’Appello o errori nell’applicazione della legge, ma ha semplicemente proposto una sua versione dei fatti. Questo tipo di doglianza esula completamente dai poteri della Corte di Cassazione. Il sindacato di legittimità deve limitarsi a un controllo ‘esterno’ sulla struttura del ragionamento del giudice di merito, senza entrare nel ‘merito’ delle scelte valutative.
Le conclusioni
La decisione riafferma con forza la natura e la funzione della Corte di Cassazione. Non è un terzo grado di giudizio dove si può sperare di ribaltare una sentenza proponendo una diversa ricostruzione fattuale. Il ricorso è ammissibile solo se si denunciano specifici errori di diritto (violazione di legge) o vizi logici evidenti nella motivazione (ad esempio, motivazione contraddittoria, manifestamente illogica o assente). Per l’imputato, la conseguenza è stata la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a sottolineare l’inammissibilità del tentativo di utilizzare la Cassazione come un’ulteriore istanza di merito.
Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso in Cassazione è inammissibile quando, invece di denunciare vizi di legittimità (errori di diritto o gravi difetti logici della motivazione), si limita a chiedere una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti, attività che spetta esclusivamente ai giudici di merito (primo grado e appello).
Cosa significa che la Corte di Cassazione svolge un “giudizio di legittimità”?
Significa che la Corte non riesamina i fatti del caso, ma si limita a controllare se la sentenza impugnata ha applicato correttamente le leggi e se la sua motivazione è logica, coerente e non contraddittoria. È un controllo sulla legalità della decisione, non sul suo contenuto fattuale.
Può un imputato chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare come sono andati i fatti?
No. Come chiarito dall’ordinanza, la rivalutazione della gravità, precisione e concordanza degli indizi e delle prove è riservata al giudice di merito. La Corte di Cassazione non può sostituire il proprio apprezzamento dei fatti a quello dei giudici dei gradi precedenti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5673 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE Data Udienza: 30/01/2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5673 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Composta da
– Presidente –
COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME
– Relatore –
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a FRASCATI il 26/05/1965 avverso la sentenza del 01/07/2024 della Corte d’appello di Roma dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che il ricorso proponga motivi non ammissibili nel giudizio di legittimità, in quanto entrambi i motivi sono costituiti da mere richieste di rivalutazione delle prove poste a base del giudizio di responsabilità (nel primo motivo per il porto dell’arma, che, a giudizio del ricorrente, sarebbe avvenuto in uno spazio che avrebbe dovuto essere considerato pertinenza della sua abitazione temporanea; nel secondo motivo per la resistenza a pubblico ufficiale, che, a giudizio del ricorrente, dovrebbe essere considerata in concreto una mera resistenza passiva, in quanto il successivo impatto con il Carabiniere sarebbe avvenuto in modo colposo e senza dolo), ma nel giudizio di legittimità il sindacato sulla correttezza della valutazione della prova deve limitarsi al controllo logico e giuridico della struttura della motivazione e non può consistere nella rivalutazione della gravità, della precisione e della concordanza degli indizi, dato che ciò comporterebbe apprezzamenti riservati al giudice di merito (Sez. 2, Sentenza n. 9106 del 12/02/2021, COGNOME, Rv. 280747; Sez. 3, Sentenza n. 18521 del 11/01/2018, COGNOME, Rv. 273217; Sez. 2, n. 29480 del 07/02/2017, COGNOME, Rv. 270519);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonchØ al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così Ł deciso, 30/01/2025
Il Consigliere estensore COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME