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Ricorso in Cassazione: i limiti alla critica della pena

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per riciclaggio. La Corte chiarisce che il ricorso in Cassazione non può contestare la valutazione del giudice sulla pena, ma solo vizi logici gravi come la mancanza di motivazione o la sua manifesta illogicità. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Quando la Critica alla Motivazione è Inammissibile

Il Ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma le sue funzioni sono spesso fraintese. Non è una terza occasione per discutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla decisione precedente. Una recente ordinanza della Suprema Corte (n. 9515/2024) ribadisce con chiarezza i confini entro cui un imputato può contestare la motivazione di una sentenza di condanna, in particolare per quanto riguarda la pena inflitta.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per il grave reato di riciclaggio. L’imputato non contestava l’accertamento dei fatti, ma si doleva esclusivamente della motivazione con cui i giudici di secondo grado avevano giustificato l’entità della pena irrogata, ritenendola inadeguata.

I Limiti del Ricorso in Cassazione

La questione centrale affrontata dalla Corte riguarda la natura dei vizi che possono essere denunciati in sede di legittimità. L’imputato, infatti, criticava la decisione dei giudici d’appello per la sua scarsa ‘persuasività’, ‘adeguatezza’ e ‘puntualità’. Secondo la difesa, la motivazione era illogica e non teneva conto di elementi che avrebbero dovuto portare a una pena più mite.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato questa impostazione, sottolineando un principio fondamentale della procedura penale: il Ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per sollecitare una nuova e diversa valutazione delle prove. Il giudizio di legittimità non serve a stabilire se la motivazione del giudice di merito sia più o meno convincente, ma solo se essa presenti vizi specifici e tassativamente previsti dalla legge.

La Decisione della Suprema Corte e i Vizi Ammissibili

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ha spiegato che le censure ammissibili contro la motivazione di una sentenza sono limitate a tre ipotesi:

1. Mancanza della motivazione: quando il giudice omette completamente di spiegare le ragioni della sua decisione.
2. Manifesta illogicità: quando il ragionamento del giudice è palesemente irrazionale o assurdo.
3. Contraddittorietà: quando la motivazione presenta affermazioni inconciliabili tra loro o in contrasto con le prove processuali (se tale contrasto è decisivo e palese).

Qualsiasi critica che si limiti a contestare la ‘persuasività’ o a proporre una lettura alternativa delle prove è, di fatto, un tentativo di trasformare la Cassazione in un terzo grado di merito, cosa non consentita dalla legge.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni della sua ordinanza, la Corte ha specificato che il giudice d’appello aveva fornito una spiegazione logica e coerente per la condanna per riciclaggio e per la decisione di non concedere una diminuzione della pena. I giudici di merito avevano esplicitato le ragioni del loro convincimento, facendo riferimento a elementi concreti e applicando correttamente i principi giuridici. Poiché la motivazione esisteva ed era esente da vizi logici evidenti, non vi era spazio per un intervento della Corte di Cassazione. Il ricorso, pertanto, mirava a una rivalutazione dei fatti preclusa in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La decisione in esame ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che il Ricorso in Cassazione è uno strumento di controllo della legalità, non una nuova istanza per discutere il caso. Per poter contestare con successo una sentenza davanti alla Suprema Corte, non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione del giudice; è necessario dimostrare che la sua decisione è viziata da un errore di diritto o da un difetto di motivazione grave e palese. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa della manifesta infondatezza del suo ricorso.

Quando un ricorso in Cassazione può contestare la motivazione di una sentenza?
Un ricorso può contestare la motivazione solo quando questa è completamente assente, manifestamente illogica o contraddittoria. Non può essere utilizzato per criticare la persuasività della valutazione del giudice o per proporre una diversa interpretazione delle prove.

Per quale motivo il ricorso specifico è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché le critiche mosse dall’imputato non denunciavano un vizio logico o una mancanza di motivazione, ma si limitavano a contestare l’adeguatezza e la persuasività del ragionamento del giudice d’appello riguardo alla determinazione della pena, chiedendo di fatto una nuova valutazione del merito.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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