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Ricorso imputato assente: le nuove regole procedurali

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto, poiché il difensore d’ufficio non ha rispettato le nuove norme procedurali per l’impugnazione in caso di imputato assente. La sentenza stabilisce la piena legittimità costituzionale delle disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia, che richiedono un mandato specifico per l’impugnazione al fine di garantire la volontà consapevole dell’assistito di proseguire nel giudizio. Di conseguenza, il mancato rispetto di tali formalità preclude l’esame nel merito dei motivi di ricorso.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso imputato assente: le nuove regole procedurali e i limiti per la difesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1433 del 2024, ha affrontato una questione cruciale legata alle recenti modifiche del codice di procedura penale, in particolare riguardo al ricorso imputato assente. La pronuncia chiarisce la legittimità delle nuove condizioni di ammissibilità per le impugnazioni presentate nell’interesse di un imputato che ha scelto di non partecipare al processo, confermando la linea di rigore introdotta dalla Riforma Cartabia.

I fatti di causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto aggravato (art. 624-bis c.p.), per aver sottratto una notevole quantità di pluviali in rame da alcune abitazioni private. In primo grado, l’imputato era stato condannato anche per possesso di strumenti atti allo scasso e porto di oggetti atti ad offendere. La Corte d’Appello, pur confermando la condanna per il furto, aveva assorbito le altre due imputazioni in quella principale, ritenendole strumentali alla commissione del reato più grave.

I motivi del ricorso e la questione di costituzionalità

Il difensore d’ufficio dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, articolando diversi motivi:

1. Errata qualificazione giuridica: Si sosteneva che il furto dovesse essere classificato come semplice (art. 624 c.p.) e non come furto in abitazione, poiché gli immobili erano in stato di semi-abbandono e non potevano essere considerati ‘privata dimora’.
2. Reato impossibile: L’azione era stata costantemente monitorata dalle forze dell’ordine, il che, secondo la difesa, rendeva il reato impossibile ai sensi dell’art. 49 c.p., in quanto non vi era mai stata una reale possibilità di portare a compimento l’azione criminosa.
3. Configurabilità del tentativo: In subordine, si chiedeva di qualificare il fatto come tentato furto e non consumato, dato che l’intervento immediato della polizia aveva impedito all’imputato di acquisire una disponibilità autonoma della refurtiva.

Il punto centrale del ricorso, tuttavia, era una questione di legittimità costituzionale sollevata riguardo alle nuove disposizioni dell’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale. Tali norme, introdotte dalla Riforma Cartabia, impongono, a pena di inammissibilità, che l’impugnazione del difensore per l’imputato assente sia accompagnata da uno specifico mandato rilasciato dopo la sentenza e da una nuova elezione di domicilio. La difesa sosteneva che tali requisiti ledessero il diritto di difesa, specialmente per chi è assistito da un difensore d’ufficio, creando una disparità di trattamento.

Le motivazioni della Cassazione sul ricorso imputato assente

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni relative al reato di furto. La decisione si è concentrata interamente sulla questione procedurale e sulla manifesta infondatezza dell’eccezione di incostituzionalità.

Secondo gli Ermellini, le nuove norme sul ricorso imputato assente rappresentano una scelta discrezionale e legittima del legislatore. L’obiettivo è quello di assicurarsi che l’imputato, dopo aver ricevuto una condanna, manifesti una volontà attuale e consapevole di proseguire con l’impugnazione. La richiesta di un mandato speciale e di una nuova elezione di domicilio serve proprio a certificare questo rinnovato interesse, evitando impugnazioni ‘automatiche’ da parte del difensore che potrebbero non rispecchiare la volontà dell’assistito.

La Corte ha inoltre sottolineato che il legislatore ha previsto dei correttivi per bilanciare il nuovo rigore, come l’aumento di quindici giorni dei termini per impugnare e l’estensione del rimedio della restituzione nel termine. Questi meccanismi compensativi, secondo la Cassazione, sono sufficienti a garantire il diritto di difesa e a scongiurare violazioni dei principi costituzionali e sovranazionali.

Di conseguenza, in assenza del mandato speciale rilasciato dall’imputato al suo difensore, il ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di un requisito formale essenziale.

Le conclusioni

La sentenza n. 1433/2024 consolida un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: l’impugnazione nell’interesse dell’imputato assente non è più un atto che il difensore può compiere in autonomia sulla base del mandato originario. È necessaria una manifestazione di volontà specifica e successiva alla pronuncia della sentenza da impugnare. Questa decisione impone ai difensori, soprattutto a quelli d’ufficio, un onere aggiuntivo di contatto e attivazione con il proprio assistito, pena l’inammissibilità del gravame. La Corte ribadisce che tale onere non è sproporzionato, ma funzionale a rendere più responsabile ed effettivo l’esercizio del diritto di impugnazione.

Quali sono i nuovi requisiti per presentare un ricorso per un imputato assente?
Secondo le nuove norme (art. 581, co. 1-ter e 1-quater c.p.p.), per presentare un’impugnazione per un imputato dichiarato assente, il difensore deve depositare, a pena di inammissibilità, uno specifico mandato a impugnare rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza e una dichiarazione o elezione di domicilio.

La Corte di Cassazione ha ritenuto incostituzionali queste nuove regole?
No, la Corte di Cassazione ha giudicato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale. Ha stabilito che le nuove regole sono una scelta legittima del legislatore, bilanciata da misure compensative come l’aumento dei termini per impugnare, e mirano a garantire che l’imputato abbia una volontà attuale e consapevole di procedere con l’impugnazione.

Cosa succede se il difensore non deposita il mandato speciale per l’imputato assente?
Se il difensore non deposita il mandato speciale e la nuova elezione di domicilio, come richiesto dalle nuove norme, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che i giudici non esamineranno i motivi di ricorso nel merito, e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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