LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia di stupefacenti, definendolo un ricorso generico. L’appello si limitava a ripetere le argomentazioni già respinte in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte ha confermato la valutazione dei giudici di merito sia sull’aggravante contestata che sul diniego delle attenuanti generiche, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione Dichiara l’Inammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede precisione e tecnicismo. Un ricorso generico, ovvero un atto che non articola critiche specifiche e puntuali alla sentenza impugnata, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico di questo principio, sottolineando l’importanza di un confronto critico con le motivazioni del giudice.

Il Fatto: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna per reati legati agli stupefacenti. L’imputato, dopo una prima condanna, vedeva la sua pena parzialmente riformata dalla Corte d’Appello, con una riduzione della reclusione e della multa. Non soddisfatto, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a due principali motivi: contestava la sussistenza di un’aggravante e lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Critica al Ricorso Generico e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è entrata nel merito delle questioni sollevate. Ha invece dichiarato il ricorso inammissibile per la sua intrinseca ‘genericità’. Secondo i giudici supremi, l’atto presentato non era altro che una ‘pedissequa reiterazione’, una semplice ripetizione, dei motivi già esposti e respinti dalla Corte d’Appello.

L’imputato, di fatto, ha ignorato completamente le argomentazioni della sentenza di secondo grado, riproponendo le stesse lamentele senza spiegare perché le motivazioni dei giudici d’appello fossero errate. Questa modalità di impugnazione viola la funzione stessa del ricorso, che deve essere una critica argomentata e specifica al provvedimento che si contesta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché il ricorso non potesse essere accolto. La decisione si fonda su principi consolidati della giurisprudenza in materia di ammissibilità delle impugnazioni.

La Ripetizione dei Motivi d’Appello

Il punto centrale della decisione è che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse identiche questioni già decise in appello. L’atto deve, invece, instaurare un dialogo critico con la sentenza impugnata, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. In assenza di questo confronto, il ricorso diventa un mero esercizio formale, privo della specificità richiesta dagli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale.

La Valutazione su Aggravanti e Attenuanti

Anche se non ha esaminato il merito, la Corte ha comunque notato come le decisioni dei giudici precedenti fossero state logiche e ben motivate.

Sull’aggravante: La sua sussistenza non era basata solo sulla quantità di droga, ma su un insieme di elementi (diversa varietà di sostanze, ingenti somme di denaro, materiale per il confezionamento, persino una serra) che indicavano un’attività strutturata e con una significativa capacità di diffusione sul mercato locale.
Sulle attenuanti generiche: I giudici di merito avevano correttamente ritenuto che né la confessione (resa dopo essere stati colti in flagranza) né lo stato di incensuratezza fossero elementi sufficienti per concedere una riduzione di pena, data la gravità oggettiva del reato. Il riconoscimento delle attenuanti generiche non è un diritto automatico, ma una valutazione discrezionale del giudice che, se motivata, non è sindacabile in Cassazione.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Appello Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità ha conseguenze molto concrete. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello diventa definitiva. In secondo luogo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, in questo caso fissata in 3.000 euro, in favore della Cassa delle Ammende. Questa pronuncia ribadisce una lezione fondamentale: l’impugnazione è uno strumento tecnico che richiede rigore e specificità. Un ricorso generico non solo è inefficace, ma comporta anche un aggravio di costi per chi lo propone.

Quando un ricorso per cassazione è considerato ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando si limita a ripetere i motivi già presentati e respinti in appello, senza confrontarsi criticamente e specificamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando. In pratica, omette di spiegare perché la decisione del giudice precedente sarebbe errata.

La semplice assenza di precedenti penali garantisce il riconoscimento delle attenuanti generiche?
No. Secondo la sentenza, l’assenza di precedenti penali (incensuratezza) non costituisce un diritto automatico al riconoscimento delle attenuanti generiche. Il giudice deve valutare la gravità oggettiva del fatto e altri elementi di segno positivo, e può negare le attenuanti se ritiene che gli elementi negativi prevalgano.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati