LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: no all’attenuante del danno lieve

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo principale della decisione è la genericità del ricorso, che non specificava adeguatamente le ragioni per cui si richiedeva l’applicazione della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità. La Suprema Corte ha sottolineato che un ricorso generico è inammissibile e che la valutazione della gravità complessiva del fatto, operata dal giudice di merito, era sufficiente per escludere sia l’attenuante richiesta sia la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione Sancisce l’Inammissibilità

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la specificità dei motivi di impugnazione. Un ricorso generico, ovvero formulato in termini vaghi e non puntuali, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese. La vicenda offre lo spunto per analizzare i requisiti di ammissibilità di un’impugnazione e i criteri per il riconoscimento dell’attenuante del danno di lieve entità.

I Fatti del Processo

La controversia trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. La difesa lamentava, tra le altre cose, il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità, prevista dall’articolo 62, n. 4, del codice penale. Secondo il ricorrente, il pregiudizio causato dal reato era di entità talmente lieve da giustificare una riduzione della pena. Il caso giungeva così all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione per la valutazione della legittimità della decisione di secondo grado.

La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella constatazione che il motivo d’appello originario, relativo all’attenuante, era stato formulato in modo del tutto generico. Gli Ermellini hanno chiarito che la mancanza di specificità dei motivi è un vizio che rende l’atto di impugnazione non valutabile nel merito. Richiamando un precedente consolidato (Cass. Pen., n. 36111/2017), la Corte ha affermato che tale vizio può essere rilevato anche d’ufficio in sede di legittimità, persino se il giudice d’appello non lo aveva eccepito. In sostanza, un’impugnazione deve contenere una critica argomentata e specifica alla decisione contestata, non una mera riproposizione di richieste.

Le Motivazioni: Attenuante del Danno Lieve e Valutazione Complessiva

Entrando nel merito delle questioni sollevate, la Corte ha specificato i criteri per l’applicazione dell’attenuante del danno lieve. Questa richiede che il pregiudizio cagionato sia “lievissimo”, ovvero di valore economico “pressoché irrisorio”. La valutazione non deve limitarsi al solo valore della cosa sottratta, ma deve estendersi a tutti gli ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla persona offesa. La capacità economica della vittima di sopportare il danno è, invece, irrilevante.

Nel caso di specie, pur riconoscendo un errore della Corte d’Appello (che aveva confuso l’attenuante del danno lieve con quella del risarcimento), la Cassazione ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse comunque completa. I giudici di merito avevano condotto una valutazione esaustiva della gravità complessiva del fatto e della personalità dell’imputato (ai sensi dell’art. 133 c.p.), escludendo implicitamente i presupposti sia per l’attenuante sia per la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La censura difensiva, anche su questo punto, è stata giudicata generica perché non si confrontava con le specifiche argomentazioni della Corte territoriale.

Le Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti di Impugnazione

L’ordinanza conferma che la redazione di un atto di impugnazione richiede rigore e precisione. Un ricorso generico non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative per il ricorrente, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea l’onere per la difesa di articolare critiche puntuali e motivate, dialogando criticamente con la sentenza impugnata, pena la cristallizzazione della decisione e la chiusura definitiva del processo.

Quando un ricorso può essere considerato “generico”?
Un ricorso è considerato generico quando i suoi motivi sono esposti in modo vago, astratto o indeterminato, senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza che si intende impugnare.

Cosa valuta il giudice per concedere l’attenuante del danno di lieve entità?
Il giudice valuta che il pregiudizio economico sia “lievissimo” o “irrisorio”, tenendo conto non solo del valore dell’oggetto del reato, ma anche di tutti gli ulteriori effetti dannosi che la vittima ha subito a causa del crimine.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati