Ricorso Generico: La Cassazione Spiega i Requisiti di Ammissibilità
L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 30777 del 2024, offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, sanzionando la presentazione di un ricorso generico. La decisione sottolinea come la specificità dei motivi non sia una mera formalità, ma un presupposto essenziale per consentire al giudice di esercitare il proprio potere di controllo. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto affermati.
Il Contesto del Caso Giudiziario
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia, che aveva confermato la responsabilità penale di un imputato per i reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e di indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento (art. 493-ter c.p.). L’imputato, attraverso il proprio difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’erronea applicazione della legge penale.
La Decisione della Corte e l’Analisi del Ricorso Generico
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione risiede nella natura del ricorso stesso, qualificato come ricorso generico e indeterminato. Secondo i giudici, l’atto di impugnazione era privo dei requisiti fondamentali previsti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Tale norma impone al ricorrente di enunciare in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta.
Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a contestare genericamente la decisione della Corte d’Appello, senza indicare con precisione gli elementi che, a suo avviso, dimostravano l’errore dei giudici di merito. Questa mancanza non ha permesso alla Corte di Cassazione di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio sindacato sulla logicità e correttezza della sentenza impugnata.
Le Motivazioni: Perché un Ricorso Deve Essere Specifico?
La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: il diritto di impugnazione non può risolversi in una generica lamentela. È necessario che chi impugna un provvedimento individui con chiarezza i vizi da cui sarebbe affetto e articoli le ragioni giuridiche e fattuali a sostegno della propria tesi. Un ricorso che non soddisfa questo requisito è considerato generico perché impedisce al giudice dell’impugnazione di comprendere il perimetro della contestazione. In altre parole, l’atto deve essere “autosufficiente”, consentendo al giudice di capire, dalla sola lettura, quali sono i punti della decisione che si contestano e perché. La specificità è, dunque, una garanzia di serietà dell’impugnazione e di efficienza del sistema giudiziario.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Appello Inammissibile
La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva, senza che la Cassazione entrasse nel merito delle accuse. In secondo luogo, conformemente alla legge, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. Infine, è stato condannato al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso. Questa decisione ribadisce l’importanza di redigere atti di impugnazione accurati e dettagliati, evidenziando i rischi concreti derivanti dalla presentazione di un ricorso generico.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione è considerato un ‘ricorso generico’?
La Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, il che significa che l’appello non viene esaminato nel merito e la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.
Perché un atto di ricorso deve essere specifico e non generico?
Deve essere specifico, come richiesto dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, per permettere al giudice di individuare con precisione i motivi di critica e gli errori contestati nella sentenza precedente, consentendogli così di esercitare correttamente la propria funzione di controllo (sindacato).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 30777 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 30777 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a SPILIMBERGO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 25/09/2023 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME o COGNOME, ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che contesta l’erronea applicazione della legge penale posta a base della dichiarazione di responsabilità in ordine ai reati di cui agli artt. 648 e 493 ter cod. pen., è generico per indeterminatezza perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto, fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
riternuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al pagamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 21 giugno 2024.