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Ricorso generico: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché ritenuto generico e privo di argomentazioni specifiche. L’imputato, condannato in appello per la violazione di una misura di prevenzione, aveva presentato un ricorso generico senza motivazioni di diritto adeguate. Di conseguenza, la Suprema Corte ha confermato la condanna e ha imposto al ricorrente il pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione e i Requisiti di Ammissibilità

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede rigore e specificità. Un ricorso generico, ovvero privo di motivi chiari e argomentati in punto di diritto, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. L’ordinanza n. 15006 del 2024 della Suprema Corte offre un chiaro esempio di questa dinamica, confermando una condanna proprio a causa della vaghezza delle censure mosse.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Palermo, che aveva condannato un soggetto per il reato previsto dall’art. 75 del d.lgs. 159/2011 (Codice Antimafia). La condanna, pari a un anno, un mese e dieci giorni di reclusione, oltre al pagamento delle spese, era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello di Palermo.

L’imputato, ritenendo ingiusta la decisione, proponeva ricorso per cassazione, affidandosi al proprio difensore per contestare la sentenza di secondo grado.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

Il ricorso si basava su presunti vizi della sentenza impugnata, ai sensi dell’art. 606, comma 1, lettere b), c) ed e) del codice di procedura penale. In sostanza, la difesa lamentava che la Corte di Appello non avesse esplicitato in modo adeguato le ragioni a fondamento della dichiarazione di responsabilità, né i criteri utilizzati per la determinazione della pena.

Tuttavia, la Suprema Corte ha stroncato sul nascere tali doglianze, definendole “sostanzialmente prive di un apprezzabile substrato contenutistico”.

L’inammissibilità di un ricorso generico

Il cuore della decisione risiede nella natura del ricorso presentato. La Corte di Cassazione ha evidenziato come le censure si fermassero a una “mera enunciazione”, senza essere supportate da una reale esposizione delle ragioni di diritto e degli elementi a loro fondamento. Questa mancanza di specificità ha reso il ricorso “fortemente generico e aspecifico”, e di conseguenza, inammissibile.

La Corte non entra nel merito delle questioni sollevate perché l’atto introduttivo non supera il vaglio preliminare di ammissibilità. Per la Cassazione, non è sufficiente elencare i vizi; è necessario argomentare in modo puntuale perché la sentenza impugnata sarebbe errata dal punto di vista legale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la propria decisione di inammissibilità sottolineando che la sentenza della Corte di Appello di Palermo era, al contrario, dotata di un “apparato motivazionale esaustivo e coerente”, oltre che priva di contraddizioni. In assenza di specifiche critiche legali da parte del ricorrente, la decisione di merito non poteva essere messa in discussione in sede di legittimità.

Il principio applicato è fondamentale nel nostro ordinamento: il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove si possono rivalutare i fatti, ma una sede in cui si controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che non si attiene a questa regola, ma tenta implicitamente di ottenere una nuova valutazione dei fatti attraverso censure generiche, è destinato al fallimento.

Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Generico

L’ordinanza in esame ribadisce un insegnamento cruciale per ogni operatore del diritto: la specificità dei motivi è un requisito imprescindibile per l’ammissibilità del ricorso per cassazione. La conseguenza diretta dell’inammissibilità, come in questo caso, non è solo la definitività della condanna, ma anche l’applicazione di sanzioni economiche. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere atti processuali solidi, dettagliati e giuridicamente fondati.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto dalla Corte di Cassazione “fortemente generico e aspecifico”. Mancava di un substrato contenutistico apprezzabile e si limitava a una mera enunciazione delle censure, senza esporre adeguate ragioni di diritto a suo sostegno.

Cosa significa che un ricorso è “generico e aspecifico”?
Secondo l’ordinanza, significa che i motivi di appello non sono specificati in modo chiaro e dettagliato. L’appellante non ha indicato precisamente quali errori di legge avrebbe commesso il giudice precedente né ha fornito argomentazioni legali concrete, rendendo impossibile per la Corte di Cassazione valutare il ricorso nel merito.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Oltre alla conferma della condanna, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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