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Ricorso generico: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati di droga e false dichiarazioni. La decisione si fonda sulla natura del ricorso generico, privo di argomentazioni giuridiche specifiche e dettagliate, confermando la condanna e aggiungendo il pagamento delle spese processuali e una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante monito sulla necessità di formulare ricorsi dettagliati e giuridicamente fondati. Un ricorso generico, privo di una puntuale enunciazione dei motivi di diritto, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo questa decisione per comprendere i principi applicati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una sentenza di condanna emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Firenze. L’imputato era stato ritenuto colpevole per il reato di spaccio di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti, e per il reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale, ai sensi dell’art. 495 del codice penale.

Contro la decisione della Corte d’Appello, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle accuse, ma si concentra esclusivamente sulla modalità con cui l’appello è stato presentato. La conseguenza diretta di tale pronuncia è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni del Ricorso Generico

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nella valutazione del motivo di ricorso come ‘intrinsecamente generico’. Secondo i giudici, l’atto presentato dalla difesa era privo di una ‘puntuale enunciazione delle ragioni di diritto’ che potessero giustificare l’annullamento della sentenza impugnata. Mancavano, inoltre, i necessari riferimenti alla motivazione della sentenza della Corte d’Appello che si intendeva contestare.

In altre parole, il ricorso non specificava quali norme di legge sarebbero state violate dalla corte territoriale né spiegava in che modo la motivazione della sentenza fosse errata o contraddittoria. Un appello alla Corte di Cassazione non può limitarsi a una generica doglianza, ma deve articolare critiche precise e pertinenti, dimostrando un errore di diritto commesso nei gradi di giudizio precedenti. L’assenza di questa specificità rende il ricorso generico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’onere della specificità dei motivi di ricorso. Per accedere al giudizio di legittimità, non è sufficiente manifestare un dissenso verso la sentenza di condanna. È indispensabile che il difensore articoli in modo chiaro e dettagliato le ragioni giuridiche della sua impugnazione, confrontandosi criticamente con la motivazione del provvedimento contestato. La sanzione dell’inammissibilità non solo rende definitiva la condanna, ma comporta anche un aggravio di spese per l’imputato. Si tratta di una lezione importante per tutti gli operatori del diritto sull’importanza del rigore tecnico nella redazione degli atti processuali.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il motivo presentato era ‘intrinsecamente generico’, ovvero mancava di una puntuale esposizione delle ragioni di diritto e dei riferimenti specifici alla motivazione della sentenza impugnata.

Quali erano i reati per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per i reati previsti dall’articolo 73, comma 5, del d.P.R. n. 309/1990 (reati in materia di stupefacenti di lieve entità) e dall’articolo 495 del codice penale (false attestazioni o dichiarazioni a un pubblico ufficiale).

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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