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Ricorso generico: inammissibilità e condanna spese

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il motivo è la presentazione di un ricorso generico, privo di argomentazioni specifiche. La decisione comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Conseguenze e Analisi di un Caso Pratico

Presentare un ricorso generico in Cassazione è una strategia processuale non solo inefficace, ma anche controproducente. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ribadisce un principio fondamentale: le impugnazioni devono essere specifiche, dettagliate e fondate su precise ragioni di diritto e di fatto. In caso contrario, la sanzione è l’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme un caso concreto per comprendere meglio la portata di questa decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Verona per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente. I valori alcolemici riscontrati erano significativamente superiori al limite di legge (2,04 g/l e 1,90 g/l). La sentenza di primo grado è stata integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Venezia. L’imputato, non rassegnandosi alla doppia condanna, ha deciso di proporre ricorso per cassazione tramite il suo difensore.

Il Ricorso Generico e la Decisione della Cassazione

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte risiede nella valutazione del ricorso presentato. I Giudici hanno rilevato che l’atto era basato su un unico motivo, formulato in termini del tutto generici. In pratica, il difensore si era limitato a prospettare doglianze vaghe, senza specificare quali fossero le presunte violazioni di legge commesse dai giudici di merito né quali elementi di fatto fossero stati erroneamente valutati. Questa mancanza di specificità ha reso il ricorso non idoneo a superare il vaglio di ammissibilità, portando la Corte a dichiararlo inammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, nel motivare la sua decisione, ha richiamato un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 8825/2017, Galtelli). Questo principio, sebbene nato per i motivi d’appello, è stato ritenuto pienamente applicabile anche al ricorso per cassazione. La regola è chiara: chi impugna un provvedimento ha l’onere di indicare con precisione le parti della sentenza che contesta e le ragioni giuridiche e fattuali a sostegno della sua critica. Un ricorso generico, che si limita a enunciazioni di principio o a critiche non circostanziate, non permette al giudice dell’impugnazione di comprendere il reale oggetto del contendere e si traduce in un atto processualmente invalido. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, condannando il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, non ravvisando alcuna causa di esonero.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per chiunque intenda affrontare un procedimento giudiziario: l’improvvisazione e la genericità non pagano, anzi, costano. La redazione di un atto di impugnazione, specialmente in Cassazione, richiede rigore, precisione e una profonda conoscenza tecnica. È indispensabile individuare e argomentare in modo puntuale i vizi della sentenza impugnata, pena l’inammissibilità del ricorso. Per il cittadino, ciò significa che affidarsi a un professionista competente è cruciale per evitare non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori spese e sanzioni pecuniarie.

Cosa succede se si presenta un ricorso per cassazione con motivi generici?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso in esame generico?
Perché il ricorso ha prospettato deduzioni generiche e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto necessari a sostenere le richieste, non specificando in modo adeguato i vizi della sentenza impugnata.

La condanna alla Cassa delle ammende è automatica in caso di inammissibilità?
Sì, secondo quanto emerge dalla pronuncia, alla dichiarazione di inammissibilità per colpa del ricorrente segue la condanna al pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende, a meno che non si ravvisino specifiche ragioni di esonero, che in questo caso non sono state individuate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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