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Ricorso generico: inammissibilità e condanna spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro una condanna per violazione delle misure di prevenzione. Il motivo è la presentazione di un ricorso generico, che si limitava a denunciare un’apparente motivazione senza specificare i vizi della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: Inammissibilità e Condanna alle Spese secondo la Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per accedervi è necessario rispettare requisiti di forma e sostanza molto stringenti. Un ricorso generico, privo di specifiche censure alla sentenza impugnata, è destinato a una declaratoria di inammissibilità con conseguenze economiche significative per il ricorrente. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ce lo ricorda, delineando chiaramente i confini tra una critica ammissibile e una lamentela vaga.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna, per la violazione delle prescrizioni imposte da una misura di prevenzione, reato previsto dall’art. 75 del cosiddetto Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011). La Corte territoriale aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, rideterminando la pena in un anno e otto mesi di reclusione.

Contro questa decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato era l'”apparenza della motivazione” della sentenza d’appello, senza però articolarne le ragioni specifiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato della procedura penale: la genericità dei motivi di ricorso ne comporta l’improcedibilità. Di conseguenza, la Corte non è entrata nel merito della questione, ma si è fermata a una valutazione preliminare dell’atto di impugnazione.

Oltre a dichiarare l’inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Generico è Inammissibile?

La Corte ha spiegato che il ricorso era inammissibile proprio perché ricorso generico. L’atto di impugnazione, infatti, non specificava in cosa consistesse la presunta “apparenza” o “mancanza” della motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Limitarsi a enunciare un vizio senza illustrarlo in concreto, confrontandosi con le argomentazioni del giudice del grado precedente, equivale a non proporre un vero motivo di impugnazione.

Secondo gli Ermellini, la sentenza di secondo grado aveva affrontato e trattato tutti i motivi di appello proposti. Pertanto, un’accusa generica di vizio di motivazione, senza indicare quali punti della decisione fossero illogici o carenti, non può essere presa in considerazione. Il ricorso per cassazione non è un’occasione per un riesame complessivo del fatto, ma un giudizio di legittimità che deve basarsi su vizi specifici e puntualmente dedotti.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche

La pronuncia ribadisce una lezione fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Le conseguenze di un ricorso generico non si limitano al rigetto dell’impugnazione. L’art. 616 c.p.p. prevede una sanzione economica automatica: la condanna alle spese processuali e al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende.

La Corte ha inoltre precisato che tale condanna pecuniaria viene irrogata in assenza di elementi che possano escludere la “colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”, richiamando un principio affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000). In pratica, si presume che chi propone un ricorso palesemente inammissibile lo faccia con negligenza o imprudenza, giustificando così la sanzione. Questa ordinanza serve quindi da monito: le impugnazioni devono essere mirate, specifiche e tecnicamente fondate, pena la loro prematura e costosa conclusione.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene definito generico?
La Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile, il che significa che non esamina il caso nel merito e la decisione impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La legge (art. 616 c.p.p.) prevede la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

Perché un ricorso che lamenta una “motivazione apparente” è stato considerato generico?
È stato ritenuto generico perché non specificava in cosa consistesse l’apparenza o la mancanza di motivazione, specialmente a fronte di una sentenza d’appello che aveva già trattato tutti i motivi di gravame. La semplice enunciazione di un vizio, senza una critica dettagliata, non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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