LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibilità e condanna in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati legati agli stupefacenti. La decisione si fonda sulla natura del ricorso generico, che si limitava a lamentele vaghe senza contestare specificamente le motivazioni della Corte d’Appello. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso generico: la Cassazione ribadisce i requisiti di ammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma deve rispettare precisi requisiti di specificità. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso generico, privo di argomentazioni puntuali e mirate, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo questa decisione per comprendere i principi che regolano l’impugnazione e perché la precisione è fondamentale.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. La condanna riguardava il reato di lieve entità in materia di stupefacenti, previsto dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha contestato sia l’affermazione della sua responsabilità penale sia l’entità della pena inflitta, ritenendola eccessiva. Il suo appello è quindi giunto al vaglio della Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione sul ricorso generico

La Suprema Corte, nell’esaminare l’atto, ha rilevato una carenza fondamentale: la genericità delle doglianze. I giudici hanno sottolineato come i motivi del ricorso fossero mere enunciazioni, prive di un reale confronto con le argomentazioni logiche e puntuali sviluppate dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata. In pratica, il ricorrente si è limitato a esprimere un dissenso generale, senza indicare specifiche ragioni di diritto o elementi di fatto che potessero sostenere le sue richieste. Un ricorso generico come questo non consente alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio ruolo di giudice di legittimità, che non consiste nel riesaminare i fatti, ma nel verificare la corretta applicazione della legge.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base della declaratoria di inammissibilità è chiara e si fonda su un principio cardine della procedura penale. Il ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi difensive, ma deve costituire una critica argomentata e specifica al provvedimento impugnato. È necessario che il ricorrente individui con precisione i punti della sentenza che ritiene errati e spieghi in modo dettagliato per quali motivi giuridici e fattuali quella decisione dovrebbe essere annullata. Mancando questo confronto critico, l’atto di impugnazione perde la sua funzione e si trasforma in un appello sterile. La Corte ha quindi stabilito che, essendo le censure totalmente generiche e non supportate da un apparato argomentativo adeguato, il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Oltre a rendere definitiva la condanna stabilita dalla Corte d’Appello, essa comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una duplice funzione: da un lato, ristorare l’amministrazione della giustizia per essere stata impegnata in un procedimento privo dei presupposti di legge; dall’altro, disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. Questa decisione, quindi, serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione ponderati, specifici e giuridicamente fondati.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando le doglianze sono totalmente generiche, si limitano a mere enunciazioni e non si confrontano con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa significa che un ricorso è “generico”?
Un ricorso è considerato generico quando non presenta specifiche richieste supportate da ragioni di diritto e dati di fatto concreti, ma si limita a contestare genericamente la responsabilità o l’entità della pena senza un’analisi critica della decisione precedente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati