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Ricorso generico: inammissibilità e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna della Corte d’Appello di Milano. La decisione si fonda sulla natura di ricorso generico dei motivi presentati, i quali non specificavano in modo puntuale le criticità della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione ribadisce i criteri di ammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione scrupolosa ai dettagli e alla specificità dei motivi. Un ricorso generico, ovvero un’impugnazione che si limita a manifestare un dissenso generico verso la decisione precedente senza argomentare puntualmente i vizi di legittimità, è destinato all’inammissibilità. È quanto ha ribadito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 11886 del 2024, che offre un importante spunto di riflessione sui requisiti formali e sostanziali di questo fondamentale strumento di tutela.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e parzialmente riformata dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, condannato per un reato contro il patrimonio a una pena di un anno e sei mesi di reclusione, decideva di impugnare la sentenza di secondo grado proponendo ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa articolava il ricorso su tre principali motivi:

1. Erroneo mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale.
2. Vizio di motivazione riguardo al diniego delle circostanze attenuanti generiche.
3. Critiche generali in relazione al trattamento sanzionatorio applicato.

L’obiettivo era ottenere un annullamento della sentenza d’appello e una riconsiderazione più favorevole della posizione dell’imputato.

La Decisione sul ricorso generico della Corte

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La conseguenza di tale decisione non è stata solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’imposizione al ricorrente del pagamento delle spese processuali e del versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nella valutazione del ricorso generico. I giudici di legittimità hanno osservato come tutti i motivi proposti fossero formulati in termini astratti e assertivi. La difesa si era limitata a ‘lamentare’ le decisioni della Corte d’Appello senza però indicare precisamente quali fossero le omissioni argomentative o le illogicità manifeste nella motivazione della sentenza impugnata.

La Cassazione ha ricordato un principio consolidato: il ricorso non può essere una semplice riproposizione delle stesse questioni già discusse nei gradi di merito né una mera espressione di dissenso. Per essere ammissibile, deve contenere una ‘prospettazione specifica’ delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che si sottopongono a verifica. In altre parole, il ricorrente deve spiegare perché la motivazione del giudice precedente è sbagliata, illogica o carente, e non solo perché non ne condivide le conclusioni. Mancando questa specificità, il ricorso si trasforma in una richiesta di riesame del merito, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale è giudice della legittimità e non dei fatti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Suprema Corte. Sottolinea l’importanza cruciale di redigere un atto di ricorso dettagliato, puntuale e tecnicamente ineccepibile. Un ricorso generico non solo non ha alcuna possibilità di successo, ma comporta anche significative conseguenze economiche per l’imputato. La decisione rafforza il ruolo della Cassazione come organo di controllo sulla corretta applicazione della legge, impedendo che si trasformi in una terza istanza di giudizio sui fatti. Pertanto, la preparazione di un ricorso efficace richiede uno studio approfondito della sentenza impugnata per individuare e argomentare vizi specifici, evitando contestazioni astratte e ripetitive.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato ‘generico’?
Un ricorso è considerato generico quando si limita a esprimere un dissenso generale verso la sentenza impugnata, senza specificare in modo dettagliato e puntuale i presunti errori di diritto o i vizi logici della motivazione, chiedendo di fatto un nuovo giudizio sui fatti.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, il cui importo è determinato dalla Corte.

È sufficiente non essere d’accordo con la sentenza di appello per fare ricorso in Cassazione?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, il ricorso in Cassazione deve contenere una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata, evidenziando precise violazioni di legge o palesi illogicità nella motivazione. Una semplice manifestazione di disaccordo è insufficiente e conduce a un ricorso generico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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