LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se ripropone motivi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spendita di monete false. La decisione si fonda sulla natura di ricorso generico dell’atto, in quanto si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza individuare vizi specifici nella sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Quando si impugna una sentenza, non basta esprimere il proprio dissenso. È necessario formulare critiche precise e circostanziate. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 31521/2024, chiarendo che un ricorso generico, che si limita a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa decisione offre spunti fondamentali sulla tecnica redazionale dei ricorsi e sulle conseguenze di un’impugnazione non specifica.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, aggravato dalla continuazione (artt. 455 e 81 c.p.). La Corte di Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena in un anno, nove mesi e dieci giorni di reclusione.

L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo con cui contestava sia la correttezza della motivazione sul giudizio di responsabilità, sia la determinazione della sanzione penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è netta e si fonda sulla valutazione del motivo di impugnazione come intrinsecamente generico. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le motivazioni: perché il ricorso è stato ritenuto generico?

I giudici di legittimità hanno individuato due ragioni principali per cui l’impugnazione non poteva superare il vaglio di ammissibilità.

In primo luogo, il ricorso è stato giudicato non specifico perché si limitava a riproporre le stesse identiche ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice d’appello. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso che non evidenzia vizi specifici di legittimità, ma si limita a replicare argomenti già vagliati, è per sua natura un ricorso generico e, come tale, inammissibile.

In secondo luogo, per quanto riguarda la critica al trattamento sanzionatorio, la Corte ha osservato che la sentenza d’appello conteneva una “congrua indicazione delle ragioni” che avevano portato alla rideterminazione della pena. La motivazione, seppur sintetica, era stata ritenuta sufficiente a spiegare l’iter logico seguito dai giudici di merito, rendendo la doglianza dell’imputato infondata e, anche sotto questo profilo, generica.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per cassazione deve essere un atto tecnico di alta precisione. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso la decisione impugnata. È obbligatorio, a pena di inammissibilità, indicare in modo chiaro e specifico quali norme di legge sarebbero state violate o quali vizi logici inficerebbero la motivazione della sentenza.

L’insegnamento pratico è chiaro: la redazione di un ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione degli atti precedenti. Richiede un’analisi critica e approfondita della sentenza d’appello per individuare i profili di illegittimità che possono essere fatti valere dinanzi alla Suprema Corte. Un ricorso generico non solo non porta ad alcun risultato utile per l’imputato, ma comporta anche l’inevitabile condanna a ulteriori spese, aggravando la sua posizione economica.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, ossia privo della specificità richiesta dalla legge per i motivi di impugnazione.

Cosa rende un ricorso “generico” secondo questa decisione?
Secondo la Corte, un ricorso è generico quando, da un lato, si limita a riproporre le stesse argomentazioni già discusse e respinte dal giudice del grado precedente e, dall’altro, lamenta carenze motivazionali in realtà insussistenti, poiché la sentenza impugnata fornisce una spiegazione congrua delle sue decisioni.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati