LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se privo di ragioni

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per furto pluriaggravato. Il motivo è la presentazione di un ricorso generico, basato su deduzioni vaghe e prive di specifici riferimenti fattuali e giuridici riguardo la presunta violazione dell’art. 129 c.p.p. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Analisi di una Dichiarazione di Inammissibilità

L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal modo in cui queste vengono presentate ai giudici. Un esempio lampante ci viene offerto da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha messo in luce le conseguenze di un ricorso generico, dichiarandolo inammissibile. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: le impugnazioni devono essere specifiche, dettagliate e supportate da argomentazioni chiare sia in fatto che in diritto.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine da una condanna per furto pluriaggravato. L’imputata, dopo la conferma della sua responsabilità da parte della Corte d’Appello (che aveva tuttavia ridotto l’entità della pena), decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era ottenere un annullamento della sentenza di condanna, sperando in un esito più favorevole nel massimo grado di giudizio.

Il Motivo del Ricorso: una contestazione vaga

L’unico motivo di doglianza sollevato dalla difesa si basava su una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, si lamentava che i giudici di merito non avessero esaminato la possibile esistenza di cause di non punibilità, come previsto dall’articolo 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, la contestazione è stata formulata in termini astratti, senza fornire elementi concreti a supporto.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di ricorso generico

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione. La ragione di tale drastica decisione risiede proprio nella natura del motivo presentato. I giudici hanno qualificato l’impugnazione come un ricorso generico, in quanto le argomentazioni erano prive delle necessarie “ragioni di diritto e dei dati di fatto che sorreggono le richieste”.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che non è sufficiente invocare genericamente una norma di legge, come l’art. 129 c.p.p., per ottenere una revisione della sentenza. È indispensabile che il ricorrente specifichi quali cause di non punibilità avrebbero dovuto essere considerate e sulla base di quali elementi concreti emersi nel processo. In altre parole, l’appello deve essere autosufficiente, cioè deve contenere tutti gli elementi necessari per permettere al giudice di comprendere la critica mossa alla decisione impugnata, senza dover cercare altrove le ragioni della contestazione.

Nel caso di specie, il ricorso si limitava a una critica astratta e non circostanziata, trasformandosi in una richiesta di rivalutazione del merito dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito. L’assenza di un collegamento preciso tra la norma invocata e la situazione fattuale specifica ha reso l’impugnazione inefficace e, quindi, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede massima precisione e rigore tecnico. Un ricorso generico non solo è destinato all’insuccesso, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. Infatti, con la dichiarazione di inammissibilità, l’imputata è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione sottolinea che l’accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, è subordinato al rispetto di regole precise che garantiscono la serietà e la fondatezza delle impugnazioni, evitando di appesantire il sistema giudiziario con contestazioni pretestuose o mal formulate.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché considerato generico, in quanto le deduzioni presentate erano prive delle specifiche ragioni di diritto e dei dati di fatto necessari a supportare le richieste avanzate.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “generico”?
Significa che la contestazione mossa alla sentenza impugnata è formulata in modo vago, astratto e non circostanziato, senza indicare precisamente quali aspetti della decisione sarebbero errati e sulla base di quali elementi concreti del processo.

Quali sono le conseguenze per la ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati