LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se non specifico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso generico presentato da un imputato contro una condanna per simulazione di reato. Il motivo d’appello, relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche, è stato ritenuto inammissibile per due ragioni: era formulato in modo vago e, soprattutto, le attenuanti erano già state concesse nella sentenza impugnata. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Appello è Destinato al Fallimento

Nel processo penale, l’atto di impugnazione è uno strumento fondamentale per garantire il diritto di difesa. Tuttavia, la sua efficacia dipende dal rispetto di precisi requisiti formali e sostanziali. Un ricorso generico, ovvero privo di motivi specifici, è destinato a essere dichiarato inammissibile, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi. Questo principio è cruciale per comprendere come formulare un’impugnazione valida ed evitare conseguenze negative.

Il Caso in Esame: Un Appello Carente di Specificità

Il caso trae origine da una condanna per il reato di simulazione di reato (art. 367 c.p.). L’imputato aveva presentato ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello, lamentando un unico punto: la mancata concessione delle attenuanti generiche. Questo singolo motivo, tuttavia, si è rivelato il tallone d’Achille dell’intera strategia difensiva.

L’Importanza della Specificità e il concetto di ricorso generico

La legge processuale richiede che i motivi di ricorso siano specifici. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso con la decisione del giudice precedente. È necessario indicare con precisione:

1. Le ragioni di diritto: quali norme si ritengono violate e perché.
2. I dati di fatto: quali elementi concreti del processo supportano la propria tesi.

Un ricorso generico, che si limita a enunciazioni vaghe senza ancorarle a elementi specifici del caso, impedisce alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio ruolo di giudice di legittimità. In pratica, se non si spiega chiaramente dove e perché il giudice precedente ha sbagliato, la Corte non può neppure iniziare la sua valutazione.

La Decisione della Corte: Doppia Ragione di Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile sulla base di una duplice e decisiva argomentazione.

La Genericità del Motivo Dedotto

In primo luogo, il motivo è stato ritenuto formulato in modo del tutto generico. L’imputato non aveva esplicitato le ragioni di diritto o i fatti che avrebbero dovuto giustificare la concessione delle attenuanti, limitandosi a una mera lamentela. Questo vizio, da solo, sarebbe stato sufficiente a decretare l’inammissibilità dell’appello.

La Sorprendente Carenza di Interesse ad Agire

In secondo luogo, e in modo ancora più dirimente, la Corte ha rilevato un errore di fondo nell’impostazione del ricorso. Consultando gli atti del processo, i giudici hanno scoperto che le attenuanti generiche, di cui si lamentava la mancata concessione, erano state in realtà già concesse dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata. Questo significa che l’imputato stava contestando un punto su cui aveva già ottenuto una decisione favorevole, dimostrando una totale carenza di interesse a ricorrere.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono cristalline. Un ricorso è inammissibile non solo quando è generico, ma anche quando manca l’interesse ad agire. L’impugnazione è uno strumento per rimuovere un pregiudizio, non per discutere questioni astratte o già risolte a proprio favore. La combinazione di un motivo vago e dell’evidente infondatezza della censura (poiché il beneficio era già stato concesso) ha reso inevitabile la declaratoria di inammissibilità. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione prevista proprio per scoraggiare ricorsi palesemente infondati o dilatori.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce due principi fondamentali per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. Primo: la specificità non è un vezzo formale, ma un requisito essenziale per consentire al giudice di valutare le censure. Secondo: prima di impugnare una sentenza, è indispensabile un’analisi attenta e scrupolosa della stessa, per evitare di contestare punti su cui si è già risultati vittoriosi. Un ricorso superficiale non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche significative per l’imputato.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile per genericità quando non specifica in modo chiaro e dettagliato le ragioni di diritto o i dati di fatto che supportano la contestazione, impedendo di fatto alla Corte di esaminare il merito della questione.

Cosa succede se si impugna una decisione su un punto che in realtà è già favorevole all’imputato?
Se si contesta un aspetto della sentenza che in realtà è già stato deciso in senso favorevole, il ricorso viene dichiarato inammissibile per carenza di interesse ad agire, poiché l’impugnazione non porterebbe alcun vantaggio concreto al ricorrente.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende, come deterrente contro ricorsi avventati o dilatori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati