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Ricorso generico: inammissibile se non è specifico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per minaccia a pubblico ufficiale (art. 336 c.p.). Il motivo principale della decisione risiede nel fatto che l’appello è stato ritenuto un ricorso generico, poiché si limitava a riproporre le stesse critiche già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte ha quindi confermato la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso generico: quando l’impugnazione è inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un’impugnazione, per essere valida, deve contenere critiche specifiche e puntuali contro la sentenza contestata. Quando ci si limita a ripetere argomenti già noti, si incorre nella dichiarazione di inammissibilità per ricorso generico. Analizziamo il caso per comprendere meglio le implicazioni di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un uomo per il reato di minaccia a un pubblico ufficiale, previsto dall’articolo 336 del codice penale. Secondo l’accusa, confermata nei primi due gradi di giudizio, l’imputato aveva minacciato un funzionario pubblico con l’obiettivo di costringerlo a erogare aiuti e sussidi.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali: il primo contestava l’affermazione della sua responsabilità penale, mentre il secondo criticava la gestione delle circostanze aggravanti e attenuanti e la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

L’Analisi della Corte e il concetto di ricorso generico

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso e li ha giudicati entrambi inammissibili per la loro genericità. Questo significa che le argomentazioni presentate non erano sufficientemente specifiche da poter essere esaminate nel merito.

Il primo motivo: la genericità sulla responsabilità penale

Con riferimento al primo motivo, i giudici di legittimità hanno osservato che l’imputato si era limitato a riproporre critiche già vagliate e respinte dalla Corte territoriale. Non c’era un vero confronto con le motivazioni della sentenza d’appello, la quale aveva chiaramente accertato la sussistenza di tutti gli elementi del reato, in particolare il fatto che la minaccia fosse finalizzata a costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto del suo ufficio.

Il secondo motivo: doglianze generiche su attenuanti e sospensione della pena

Anche le lamentele relative al bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti e alla negata sospensione condizionale della pena sono state considerate prive di specificità. La Corte ha sottolineato come il ricorrente non avesse adeguatamente contestato la puntuale esposizione delle ragioni fornite dai giudici di merito, le cui conclusioni erano logiche e prive di vizi. In sostanza, non basta esprimere un dissenso, ma è necessario dimostrare dove e perché il ragionamento del giudice precedente sarebbe errato.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale dell’ordinanza si fonda sul principio consolidato secondo cui il ricorso per Cassazione non può essere una semplice ripetizione di argomenti già discussi. Deve, invece, contenere una critica mirata e argomentata della decisione impugnata, evidenziandone gli specifici errori di diritto o i vizi logici. Un ricorso generico, che non si confronta con il ragionamento della corte inferiore, non assolve alla sua funzione e viene, di conseguenza, dichiarato inammissibile. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende, confermando la decisione precedente.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia serve da monito per chi intende impugnare una sentenza penale. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile che il ricorso sia redatto con la massima precisione, attaccando punto per punto le motivazioni della decisione che si contesta. Limitarsi a riaffermare la propria posizione senza smontare quella del giudice non è una strategia processuale valida e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente aggravio di spese per il ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘generico’. L’imputato si è limitato a riproporre critiche già esaminate dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi in modo specifico con le motivazioni della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘ricorso generico’ in questo contesto?
Significa che l’atto di impugnazione mancava di critiche specifiche e puntuali contro la decisione della Corte d’Appello. Invece di evidenziare errori logici o giuridici nella sentenza, si limitava a ripetere argomenti già respinti in precedenza.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato per il reato di cui all’art. 336 del codice penale (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale), poiché era stato accertato che aveva rivolto minacce a un funzionario per costringerlo a erogare aiuti e sussidi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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