LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se non è specifico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per violazione del d.lgs. 159/2011. Il motivo è la genericità dell’appello, che si limitava a riproporre questioni già valutate. Questa decisione conferma che un ricorso generico comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione Conferma l’Inammissibilità e le Sanzioni

Presentare un appello in Cassazione richiede precisione e specificità. Un ricorso generico, che non articola critiche mirate contro la sentenza impugnata, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, condannando il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a una significativa sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio i requisiti di un ricorso efficace e le conseguenze di un’impugnazione superficiale.

I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso

Il caso ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Bari, che aveva confermato una decisione di primo grado del Tribunale di Trani. La condanna riguardava la violazione dell’articolo 75, comma 2, del d.lgs. n. 159 del 2011, una norma relativa alle misure di prevenzione. L’imputato, non accettando la decisione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Nel suo appello, ha lamentato una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione sia riguardo alla sua responsabilità penale sia al trattamento sanzionatorio applicato.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato, fermandosi a un livello procedurale. Gli Ermellini hanno stabilito che l’appello non possedeva i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge. Di conseguenza, hanno condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione alla base della decisione è netta e si fonda su un principio consolidato nella procedura penale. La Corte ha definito il ricorso generico come una semplice riproposizione delle stesse doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. In pratica, il ricorrente non ha formulato critiche specifiche e pertinenti contro la logica e le argomentazioni della sentenza d’appello, ma si è limitato a ripetere le sue tesi difensive.

Secondo l’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è automaticamente condannato al pagamento delle spese e, salvo che non dimostri di non avere colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, anche a una sanzione pecuniaria. In questo caso, la Corte non ha ravvisato elementi per escludere la colpa del ricorrente, ritenendo congrua una sanzione di tremila euro. Questa sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di appelli palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere critiche precise, dettagliate e pertinenti, capaci di evidenziare un errore di diritto o un vizio logico manifesto nella sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le proprie ragioni senza confrontarsi specificamente con la decisione del giudice d’appello equivale a presentare un ricorso generico, con conseguente dichiarazione di inammissibilità e condanna a sanzioni economiche. Per i professionisti legali e i loro assistiti, ciò sottolinea l’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e ben argomentati, pena l’immediata chiusura del processo con un aggravio di costi.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza essere esaminato nel merito?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. Si limitava a riproporre le stesse doglianze già adeguatamente valutate e respinte nella sentenza impugnata, senza sollevare critiche specifiche contro la decisione della Corte d’Appello.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Cosa si intende per ‘ricorso generico’ in questo contesto?
Un ricorso è considerato generico quando non articola motivi specifici di critica contro la sentenza impugnata, ma si risolve in una mera ripetizione di argomenti già presentati e decisi nei precedenti gradi di giudizio, senza un reale confronto con le motivazioni della decisione che si intende contestare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati