LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se non è specifico

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per truffa e ricettazione, definendolo un ricorso generico. La Corte ha stabilito che l’atto di appello era privo dei requisiti di specificità richiesti dalla legge, poiché non si confrontava criticamente con le motivazioni della sentenza di secondo grado. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Appello è Inammissibile

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio per contestare una sentenza, ma per essere valido, l’atto deve rispettare requisiti formali e sostanziali molto precisi. Un ricorso generico, ovvero privo di critiche specifiche e dettagliate, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale lo ribadisce con forza, offrendo un chiaro monito sulla necessità di un confronto critico con la decisione impugnata.

Il Caso in Esame: Un Appello per Truffa e Ricettazione

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato condannato in Corte d’Appello per i reati di truffa (art. 640 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.). La difesa aveva sollevato un unico motivo di ricorso, lamentando un presunto ‘vizio di motivazione’ riguardo l’affermazione di responsabilità del proprio assistito. Tuttavia, l’atto di impugnazione si è rivelato fatale per la sua indeterminatezza.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Generico

La Suprema Corte ha esaminato l’atto e lo ha liquidato rapidamente, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale, cristallizzato nell’articolo 581, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale. Questa norma impone che i motivi di impugnazione siano specifici, indicando chiaramente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono ogni richiesta.

La Mancanza di Specificità e Confronto Critico

Secondo gli Ermellini, il ricorso era totalmente generico. La difesa si era limitata a enunciare una critica vaga senza entrare nel merito delle argomentazioni sviluppate dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata. In pratica, il ricorso ignorava completamente il percorso logico-giuridico seguito dai giudici di secondo grado, omettendo di confrontarsi criticamente con esso. Questo approccio rende impossibile per la Corte di Cassazione valutare la fondatezza delle censure, poiché manca un dialogo costruttivo tra le argomentazioni della difesa e quelle della sentenza.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono nette: un ricorso non può essere una semplice riproposizione di doglianze generiche, ma deve diventare un’analisi puntuale e critica della decisione che si intende contestare. È onere dell’appellante individuare i passaggi specifici della motivazione della sentenza che ritiene errati, spiegando perché lo sono e come avrebbero dovuto essere interpretati o valutati i fatti e le norme. Omettere questo confronto significa presentare un atto ‘privo dei requisiti prescritti’, che non può superare il vaglio di ammissibilità. La genericità, in questo contesto, equivale a non aver proposto alcun motivo valido di ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha conseguenze pratiche immediate per il ricorrente: oltre alla conferma della condanna, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. A livello più generale, questa decisione rafforza un principio fondamentale: il processo non è un dialogo tra sordi. Le impugnazioni, specialmente in un giudizio di legittimità come quello della Cassazione, richiedono rigore, precisione e un confronto diretto con la ratio decidendi del provvedimento contestato. Un ricorso generico non solo è inutile, ma comporta anche ulteriori costi per chi lo propone, chiudendo definitivamente la porta a ogni possibilità di revisione della sentenza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto del tutto generico e indeterminato, in quanto non indicava gli elementi specifici a base della censura e non si confrontava criticamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Quale requisito legale non è stato rispettato nel ricorso?
Non sono stati rispettati i requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale, che impone la specificità dei motivi di ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati