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Ricorso generico: inammissibile se non contesta le prove

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una misura cautelare per associazione mafiosa. Il motivo risiede nel fatto che l’imputato ha presentato un ricorso generico, senza contestare specificamente le numerose prove a suo carico (intercettazioni, conoscenza delle dinamiche interne, ruolo organizzativo) evidenziate dal Tribunale. La Corte ha ribadito che un’impugnazione non può limitarsi a una critica vaga, ma deve confrontarsi punto per punto con la motivazione del provvedimento impugnato.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico e Misure Cautelari: Quando l’Appello è Inefficace

Quando si impugna un provvedimento giudiziario, specialmente in materia di misure cautelari per reati gravi come l’associazione mafiosa, non è sufficiente una critica superficiale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20198 del 2024, ribadisce un principio fondamentale: un ricorso generico, che non si confronta analiticamente con le motivazioni del giudice, è destinato all’inammissibilità. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere come deve essere strutturata un’impugnazione per avere una possibilità di successo.

I Fatti del Caso: Misure Cautelari per Appartenenza alla ‘Ndrangheta

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Catanzaro, che aveva confermato una misura cautelare severa (prima arresti domiciliari, poi aggravata in custodia cautelare in carcere) nei confronti di un soggetto. Le accuse erano pesantissime: partecipazione, con ruolo di organizzatore, a una locale di ‘ndrangheta e detenzione e porto di armi da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso.

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse interpretato in modo illogico il contenuto di alcune intercettazioni. Secondo il ricorrente, queste conversazioni non solo non provavano la sua partecipazione al sodalizio criminale, ma dimostravano anzi un suo distacco dall’ambiente della ‘ndrangheta.

L’Inammissibilità del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha respinto completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Il motivo? La sua natura intrinsecamente generica. L’imputato, secondo i giudici, non si è confrontato con la mole di prove e con l’ampia motivazione del provvedimento impugnato. La difesa si è limitata a citare due conversazioni a proprio favore, ignorando completamente tutti gli altri elementi che il Tribunale aveva posto a fondamento della sua decisione.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso era Generico

La Suprema Corte ha sottolineato che il Tribunale aveva costruito la sua decisione su una serie coordinata di dati probatori solidi. Il ricorso generico presentato dall’indagato ha completamente ignorato elementi decisivi che, secondo il giudice del riesame, dimostravano il suo pieno inserimento nel contesto criminale. Tra questi elementi figuravano:

* Il possesso di un’importante “dote” di ‘ndrangheta, indicativa di un ruolo di rilievo.
* La conoscenza approfondita delle dinamiche interne all’organizzazione criminale.
* L’attivismo nella raccolta di denaro per il sostentamento dei membri detenuti.
* L’intervento per favorire l’assunzione di personale presso esercizi commerciali della zona, un classico metodo di controllo del territorio.
* L’uso di minacce con armi nei confronti delle “nuove leve” per imporre il rispetto del codice comportamentale mafioso.

L’appello non ha speso una parola per contestare questi punti cruciali, limitandosi a una critica parziale e decontestualizzata di poche intercettazioni. Questo comportamento processuale rende il ricorso non solo debole nel merito, ma proceduralmente inaccettabile.

Conclusioni: L’Onere della Contestazione Specifica

La sentenza in esame è un monito chiaro: per contestare efficacemente un provvedimento giudiziario, è necessario un approccio analitico e specifico. Non è possibile selezionare solo gli elementi che appaiono favorevoli, ignorando il quadro probatorio complessivo delineato dal giudice. Un ricorso generico equivale a non difendersi, perché non offre alla Corte di Cassazione gli strumenti per valutare la fondatezza delle critiche. La conseguenza, come in questo caso, è una declaratoria di inammissibilità, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando di fatto la decisione impugnata.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. La difesa non si è confrontata con l’ampia motivazione e con la pluralità di elementi probatori citati nell’ordinanza impugnata, limitandosi a una critica parziale di alcune intercettazioni senza contestare il quadro accusatorio complessivo.

Quali prove indicavano la partecipazione dell’imputato all’associazione mafiosa?
Le prove includevano intercettazioni che dimostravano il suo possesso di una importante “dote” di ‘ndrangheta, la conoscenza delle dinamiche interne al sodalizio, il suo ruolo nella raccolta di denaro per i detenuti, il suo intervento per l’assunzione di personale e l’uso di minacce armate per far rispettare il codice mafioso.

Quali sono le conseguenze della declaratoria di inammissibilità?
La conseguenza diretta è che il ricorso non viene esaminato nel merito e la decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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