Ricorso Generico: Quando l’Appello alla Cassazione è Inammissibile
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede rigore e specificità. Non è sufficiente ribadire le proprie ragioni; è necessario demolire, punto per punto, il ragionamento del giudice precedente. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso generico porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese. Analizziamo il caso di un imputato agli arresti domiciliari che ha visto il suo appello respinto proprio per questa ragione.
I Fatti del Caso
Un uomo, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, veniva sorpreso fuori dalla sua abitazione. A sua discolpa, adduceva di essersi allontanato per ‘improvvise esigenze di cura’, sostenendo una sorta di stato di necessità. La sua versione difensiva, sebbene supportata da alcuni testimoni, non convinceva la Corte di Appello.
I giudici di secondo grado, infatti, avevano respinto tale giustificazione basandosi su elementi concreti: al momento del controllo, l’imputato era stato trovato lucido e non presentava alcun problema di natura psicofisica, né erano emerse prove di traumi recenti. La Corte aveva quindi ritenuto la versione difensiva ‘inattendibile’, fornendo una motivazione dettagliata per la sua decisione. Contro questa sentenza, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione.
La Decisione sul Ricorso Generico
La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è netta: l’atto di impugnazione è stato qualificato come un ricorso generico. L’imputato, infatti, non si è confrontato con la puntuale motivazione della Corte di Appello, limitandosi a riproporre la propria tesi difensiva senza attaccare specificamente le ragioni per cui era stata rigettata.
Le Motivazioni della Decisione
Il cuore della pronuncia risiede nella natura del giudizio di legittimità. La Cassazione non è un terzo grado di merito dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.
Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva chiaramente spiegato perché non riteneva credibile la scusa dell’emergenza sanitaria. Aveva evidenziato l’assenza di prove oggettive (lo stato di salute dell’imputato al momento del controllo) che contraddicevano la versione difensiva. Un ricorso efficace avrebbe dovuto contestare la logicità di questo ragionamento, magari evidenziando vizi o contraddizioni nel percorso argomentativo dei giudici d’appello.
Invece, il ricorrente si è limitato a ripetere la sua versione dei fatti, ignorando completamente le argomentazioni della sentenza che intendeva impugnare. Questo comportamento rende il ricorso ‘non confrontante’ e, quindi, generico. Di conseguenza, la Corte ha confermato la decisione precedente e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso per Cassazione deve essere specifico e mirato. Non è una seconda opportunità per raccontare la propria storia, ma un’occasione per dimostrare che la corte precedente ha commesso un errore di diritto o ha ragionato in modo illogico. Chi intende impugnare una sentenza deve analizzare a fondo le motivazioni del giudice e costruire un’argomentazione che ne smonti la coerenza e la correttezza giuridica. In caso contrario, il risultato sarà un ricorso generico, destinato a essere dichiarato inammissibile con un aggravio di spese per il ricorrente.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto ‘generico’ perché non si confrontava specificamente con le puntuali motivazioni della sentenza della Corte di Appello, ma si limitava a riproporre la tesi difensiva senza contestare le ragioni per cui questa era già stata respinta.
Quale era la giustificazione dell’imputato per essersi allontanato dagli arresti domiciliari?
L’imputato sosteneva di essersi allontanato a causa di ‘improvvise esigenze di cura’, invocando di fatto una causa di giustificazione basata sullo stato di necessità.
Perché la Corte d’Appello non ha creduto alla giustificazione dell’imputato?
La Corte d’Appello ha respinto la giustificazione perché, al momento del controllo, l’imputato risultava lucido, non presentava alcun problema psicofisico né erano emersi segni di traumi, rendendo così la sua versione difensiva inattendibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10768 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10768 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/04/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letti ikricorsVpropostrnell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe indicata;
rilevato che il ricorso è generico, non confrontandosi con la puntuale motivazione con la quale la Corte di appello ha escluso che l’imputato si sia allontanato dal luogo degli arresti domiciliari per improvvise esigenze di cura; nella sentenza, infatti, si dà atto che al momento del controllo l’imputato risultava lucido e non presentava alcun problema di natura psicofisica, né è emersa l’esistenza di traumi, sicchè la versione difensiva, supportata dai testi a difesa, è stata ritenuta inattendibile con motivazione immune da censure;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Pre idente
Così deciso il 5 febbraio 2024 Il Consigliere estensore