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Ricorso generico: inammissibile se non contesta il merito

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso generico contro un’ordinanza che applica una misura cautelare per traffico di droga. L’impugnazione è stata respinta perché non contestava nel merito le prove di attualità del pericolo, come le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ma si limitava a critiche vaghe e ripetitive.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Impugnazione è Inutile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7678/2024, ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso generico, ovvero un’impugnazione che non si confronta specificamente con le argomentazioni della decisione impugnata, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa pronuncia offre un’importante lezione sull’onere di specificità che grava sulla parte che intende contestare un provvedimento giudiziario, specialmente in materia di misure cautelari.

Il Percorso Giudiziario del Caso

I fatti traggono origine da un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari che disponeva la custodia cautelare in carcere per un soggetto, gravemente indiziato di aver partecipato, insieme al padre, alla cessione di ingenti quantitativi di cocaina. Inizialmente, era stata contestata anche l’aggravante del metodo mafioso.

Successivamente, il Tribunale del riesame, pur escludendo tale aggravante, aveva confermato la necessità di una misura cautelare, sostituendo però il carcere con gli arresti domiciliari. Secondo il Tribunale, nonostante i fatti risalissero a qualche anno prima (2018), le esigenze cautelari erano ancora concrete e attuali. Questa valutazione non si basava solo su un vecchio precedente penale dell’imputato, ma soprattutto su recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Quest’ultimo, in un interrogatorio del 2021, aveva affermato che l’indagato fosse tuttora attivo nel narcotraffico, utilizzando canali di approvvigionamento esclusivi per ottenere prezzi più vantaggiosi.

L’Impugnazione e il Principio del Ricorso Generico

L’indagato proponeva ricorso per cassazione, sostenendo la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo alla sussistenza delle esigenze cautelari. La difesa argomentava che i fatti erano troppo datati e che un precedente risalente al 2002 non potesse giustificare una misura restrittiva nel presente.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stroncato questa linea difensiva, qualificando il ricorso come ricorso generico. Secondo la giurisprudenza costante, un’impugnazione è inammissibile se manca una correlazione tra le ragioni esposte nel ricorso e quelle contenute nel provvedimento che si contesta. In altre parole, non è sufficiente presentare critiche vaghe o ripetere argomenti già esaminati e respinti; è necessario confutare punto per punto il ragionamento del giudice precedente.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha evidenziato come il ricorso non avesse minimamente affrontato il nucleo centrale della motivazione del Tribunale del riesame: le dichiarazioni del collaboratore di giustizia. Queste dichiarazioni, ritenute attendibili e non contestate nel loro contenuto, attestavano la persistenza dell’attività criminale dell’indagato ‘ancora tutt’oggi’. Il Tribunale aveva quindi correttamente ritenuto che, nonostante il tempo trascorso dai fatti contestati, il pericolo di reiterazione del reato fosse concreto e attuale.

Il ricorso, ignorando completamente questo elemento cruciale, si era limitato a una ‘mera enunciazione di vuote critiche’, senza un reale confronto con le argomentazioni del provvedimento impugnato. La Cassazione ha inoltre sottolineato come il Tribunale avesse già adeguatamente ponderato la misura, sostituendo il carcere con gli arresti domiciliari, dimostrando così di aver tenuto conto di tutti gli elementi a disposizione.

Le conclusioni

La sentenza in commento è un monito chiaro: per avere successo in Cassazione, un ricorso non può essere una semplice lamentela. Deve essere un atto tecnicamente preciso, che smonta pezzo per pezzo la logica giuridica della decisione contestata. Un ricorso generico, che elude il confronto con gli argomenti centrali del provvedimento impugnato, si espone a una sicura declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. Non affrontava né contestava le ragioni specifiche addotte dal Tribunale del riesame per giustificare la misura cautelare, in particolare le recenti dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che attestavano l’attualità della pericolosità sociale dell’imputato.

Quali elementi ha utilizzato il Tribunale del riesame per confermare la misura cautelare?
Il Tribunale ha basato la sua decisione non solo sui gravi indizi relativi ai fatti del 2018 e su un precedente specifico, ma soprattutto sulle dichiarazioni rese nel 2021 da un collaboratore di giustizia. Tali dichiarazioni indicavano che l’imputato era ancora pienamente inserito nel mercato del narcotraffico, utilizzando canali di rifornimento esclusivi.

Cosa si intende per ‘ricorso generico’ secondo la Corte di Cassazione?
Un ricorso è definito ‘generico’ quando manca una correlazione diretta tra i motivi di impugnazione e le argomentazioni della decisione contestata. In pratica, si limita a critiche vaghe o a ripetere argomenti già respinti, senza confutare specificamente il ragionamento giuridico del provvedimento impugnato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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