LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile per la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso penale perché ritenuto assolutamente generico e assertivo. La ricorrente, condannata per falsità ideologica, non ha specificato gli elementi di fatto e di diritto a sostegno della sua impugnazione, violando i requisiti procedurali. La decisione sottolinea anche l’inefficacia della rinuncia al mandato del difensore avvenuta dopo la notifica dell’avviso di udienza. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Presentare un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai dettagli e alla specificità dei motivi. Un ricorso generico, ovvero privo di critiche circostanziate, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale, offrendo importanti spunti sulla corretta redazione degli atti processuali e sulla gestione del mandato difensivo.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna per il delitto di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, previsto dall’art. 483 del codice penale. La sentenza di primo grado era stata confermata dalla Corte d’Appello di L’Aquila. L’imputata ha quindi proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione che contestava il trattamento sanzionatorio e l’elemento soggettivo del reato.

Un aspetto procedurale interessante riguarda il difensore dell’imputata, il quale aveva rinunciato al mandato dopo la notifica del decreto di fissazione dell’udienza. La Corte ha ritenuto tale rinuncia inefficace per l’udienza in corso, affermando che il difensore rimane onerato della difesa fino all’eventuale nomina di un sostituto d’ufficio, garantendo così la continuità dell’assistenza legale.

La Decisione sul Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha esaminato il motivo di ricorso e lo ha giudicato “assolutamente assertivo e generico”. Questa valutazione negativa deriva dalla constatazione che l’atto mancava dei requisiti di specificità imposti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Oltre alla declaratoria di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per i ricorsi ritenuti temerari o manifestamente infondati.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un principio cardine del processo di legittimità. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Per consentire questo controllo, i motivi di impugnazione devono essere specifici.

Nel caso di specie, il ricorso generico si limitava a denunciare vizi di motivazione senza indicare gli specifici “elementi giuridico-fattuali” che avrebbero dovuto sostenere la censura. In altre parole, non era possibile per la Corte comprendere quali fossero le critiche puntuali mosse alla sentenza della Corte d’Appello. Questa mancanza ha impedito ai giudici di individuare i rilievi e di esercitare il relativo controllo di legittimità. La genericità dell’atto ha reso impossibile l’esame nel merito, portando inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma con forza l’importanza della specificità dei motivi di ricorso in Cassazione. Per gli avvocati, ciò significa che la redazione dell’atto di impugnazione deve essere estremamente rigorosa, evidenziando in modo chiaro e dettagliato le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata. Non sono ammesse doglianze vaghe o mere riproposizioni di argomenti già discussi nei gradi di merito.

Per l’imputato, la decisione sottolinea come un ricorso generico non solo sia inefficace ai fini della difesa, ma comporti anche conseguenze economiche negative, come la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione. La scelta di un difensore esperto nel giudizio di legittimità è quindi cruciale per evitare esiti processuali sfavorevoli.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘assolutamente assertivo e generico’, in quanto privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale. Non indicava gli elementi giuridico-fattuali alla base della censura, impedendo alla Corte di individuare i rilievi e di esercitare il controllo di legittimità.

La rinuncia al mandato da parte del difensore ha avuto effetto sull’udienza?
No. La Corte ha stabilito che la rinuncia al mandato, essendo avvenuta dopo la notifica dell’avviso di udienza, non aveva effetto per l’udienza stessa. Il difensore rinunciante è rimasto onerato della difesa dell’imputato fino all’eventuale nomina di un difensore d’ufficio.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati