Ricorso Generico in Cassazione: Perché la Specificità è Fondamentale
Presentare un ricorso generico dinanzi alla Corte di Cassazione equivale a una sconfitta quasi certa. Con una recente ordinanza, i giudici supremi hanno ribadito un principio cardine della procedura penale: i motivi di impugnazione devono essere specifici, altrimenti il ricorso è destinato all’inammissibilità. Analizziamo una decisione che illustra perfettamente questa regola, offrendo spunti pratici per chiunque si approcci al giudizio di legittimità.
I Fatti del Caso
La vicenda giudiziaria ha origine con la condanna di un uomo, in primo e secondo grado, per il reato di illecita detenzione di un’ingente quantità di tabacchi lavorati esteri, ben 340 chilogrammi. Le corti di merito, il Tribunale di Nola e successivamente la Corte d’Appello di Napoli, avevano ritenuto provata la sua responsabilità sulla base di due elementi indiziari chiave:
1. La sua presenza documentata nei pressi del garage dove era custodita la merce illegale.
2. Il possesso delle chiavi di accesso a tale garage.
Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una generica violazione di legge e un vizio di motivazione nella sentenza d’appello.
La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso generico
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le doglianze del ricorrente. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo “totalmente generico”.
Secondo i giudici, l’atto di impugnazione era privo di qualsiasi confutazione specifica del percorso logico-argomentativo seguito dalla Corte d’Appello. In altre parole, il ricorrente non aveva spiegato perché gli elementi d’accusa (la presenza sul posto e il possesso delle chiavi) non fossero, a suo avviso, idonei a fondare un giudizio di colpevolezza. Mancava un confronto critico e puntuale con le ragioni della decisione impugnata.
Le Motivazioni: L’Importanza della Specificità dei Motivi di Ricorso
La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio consolidato: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo scopo è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza precedente. Per fare ciò, è indispensabile che il ricorrente indichi con precisione quali parti della sentenza contesta e per quali specifiche ragioni giuridiche.
Un ricorso generico, che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte o a lamentare un’ingiustizia senza attaccare il ragionamento del giudice, non assolve a questa funzione. La Corte ha sottolineato che il “difetto di specificità” del ricorso impedisce di fatto ai giudici di legittimità di svolgere il loro ruolo di controllo. Di conseguenza, l’unica conclusione possibile è una declaratoria di inammissibilità, che preclude l’esame del merito della questione.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Declaratoria di Inammissibilità
Le implicazioni di questa decisione sono nette. Per l’imputato, la declaratoria di inammissibilità comporta tre conseguenze negative:
1. La condanna emessa dalla Corte d’Appello diventa definitiva e irrevocabile.
2. Viene condannato al pagamento delle spese processuali del giudizio di cassazione.
3. È tenuto a versare una somma di tremila Euro in favore della Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i ricorsi inammissibili.
Dal punto di vista giuridico, questa ordinanza rafforza l’idea che l’accesso alla Corte di Cassazione richiede rigore e precisione tecnica. Non è sufficiente dissentire da una sentenza; è necessario smontarne l’architettura logico-giuridica con argomenti puntuali e pertinenti, pena l’immediata chiusura del processo.
Perché il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto “totalmente generico”. Mancava di una confutazione specifica delle argomentazioni della sentenza d’appello e non criticava in modo puntuale gli elementi di prova posti a fondamento della condanna.
Quali erano gli elementi di prova principali contro il ricorrente?
Le corti di merito hanno basato la condanna su due elementi principali: la presenza dell’imputato nei pressi del garage dove erano custoditi i tabacchi illegali e il suo possesso delle chiavi del medesimo garage.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila Euro) in favore della Cassa delle Ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 26707 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 26707 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 19/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 27/09/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che COGNOME NOME – imputato del reato di illecita detenzione di 340 kg di tabacchi lavorati esteri – ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza del 27/09/2023, con cui la Corte d’Appello di Napoli ha confermato la condanna in primo grado irrogata dal Tribunale di Noia, deducendo violazione di legge e vizio di motivazione;
ritenuto che il ricorso sia totalmente generico, privo di qualsiasi confutazione del percorso argomentativo tracciato dalla Corte territoriale anche quanto agli elementi ritenuti idonei a comprovare la responsabilità del ricorrente (presenza nei pressi del garage in cui erano custoditi i t.l.e.; possesso delle chiavi de predetto garage: cfr. pag. 3 della sentenza impugnata);
ritenuto che tale difetto di specificità del ricorso imponga una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende.
Così deciso in Roma, il 19 aprile 2024