LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro una misura cautelare per traffico illecito di rifiuti. La decisione si fonda sulla natura del ricorso generico, che non contestava specificamente le motivazioni del Tribunale del riesame, ma si limitava a riproporre le stesse argomentazioni e a chiedere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La sentenza ribadisce il principio che i motivi di impugnazione devono essere specifici e pertinenti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione richiede precisione e specificità. Un ricorso generico, che non affronta criticamente le motivazioni del provvedimento impugnato, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Una recente sentenza della Suprema Corte lo ribadisce con forza, analizzando il caso di un uomo sottoposto agli arresti domiciliari per il reato di traffico illecito di rifiuti. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto applicati.

I Fatti del Caso e il Percorso Giudiziario

La vicenda ha origine da un’ordinanza del GIP presso un Tribunale del sud Italia, che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un individuo. L’accusa è grave: partecipazione a un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, un reato previsto dall’articolo 452-quaterdecies del codice penale.

L’imputato, tramite il suo difensore, presenta un’istanza di riesame al Tribunale competente, contestando la validità dell’ordinanza. Tuttavia, il Tribunale del riesame rigetta la richiesta, confermando la misura cautelare. Secondo i giudici del riesame, gli elementi raccolti, tra cui una perlustrazione aerea e conversazioni intercettate, fornivano un quadro di gravità indiziaria sufficiente a giustificare la misura restrittiva. In particolare, il Tribunale ricostruiva un episodio specifico in cui l’imputato era stato sorpreso in un sito dove erano stoccate ingenti quantità di rifiuti, collegando la sua presenza e le sue comunicazioni a un’attività illecita organizzata.

Contro questa decisione, l’imputato propone ricorso per cassazione.

Il Ricorso Generico e la Pronuncia della Cassazione

Nel suo ricorso alla Suprema Corte, la difesa lamentava principalmente due aspetti:

1. Erronea applicazione della legge penale: si contestava la sussistenza degli elementi costitutivi del reato.
2. Vizio di motivazione: si sosteneva che la decisione del Tribunale del riesame fosse basata su una motivazione generica ed estensiva, fondata su un singolo episodio (una telefonata) e senza prove concrete della partecipazione a un sodalizio criminale.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. I giudici hanno sottolineato come l’atto di impugnazione si limitasse a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte dal Tribunale del riesame, senza confrontarsi criticamente con la motivazione di quest’ultimo.

La Distinzione tra Genericità Estrinseca ed Intrinseca

La Corte ha richiamato i principi consolidati, enunciati anche dalle Sezioni Unite, sulla specificità dei motivi di ricorso. Un ricorso generico può esserlo in due modi:

* Genericità “estrinseca”: quando manca una correlazione tra i motivi del ricorso e le ragioni della decisione impugnata. In pratica, l’atto di impugnazione ignora o non affronta specificamente ciò che il giudice ha scritto per motivare la sua scelta.
* Genericità “intrinseca”: quando i motivi sono formulati in modo vago, astratto o si risolvono in formule di stile, non pertinenti al caso concreto.

Nel caso di specie, il ricorso presentava entrambi i vizi. Non solo utilizzava doglianze generiche, ma ometteva di confrontarsi con la puntuale ricostruzione dei fatti operata dal Tribunale del riesame, che aveva collegato la presenza dell’imputato sul sito e le conversazioni intercettate all’attività illecita.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha chiarito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o di fornire una valutazione alternativa delle prove. Il giudizio di legittimità è finalizzato a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato.

Nel caso in esame, il ricorso non denunciava una violazione di legge o una manifesta illogicità, ma proponeva una diversa lettura degli elementi indiziari. Questo tipo di censura, che attiene al merito della valutazione probatoria, è inammissibile in sede di cassazione. Il Tribunale del riesame aveva fornito una spiegazione logica e coerente del perché riteneva sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, e il ricorrente non era riuscito a individuare un vizio procedurale o un errore di diritto in tale ragionamento.

La Suprema Corte ha quindi concluso che le doglianze erano “totalmente fattuali e rivalutative”, ribadendo un principio fondamentale: è inammissibile il ricorso per cassazione fondato sugli stessi motivi proposti in appello e motivatamente respinti in secondo grado.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito sull’onere di specificità che grava sull’atto di impugnazione. Un ricorso generico è un’occasione persa, che porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità e alla condanna al pagamento delle spese processuali. Per avere successo in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione del giudice di merito; è necessario individuare e argomentare in modo puntuale e critico i vizi di legittimità – violazioni di legge o palesi illogicità nella motivazione – che affliggono il provvedimento. Qualsiasi tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti è, e rimane, precluso in tale sede.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando i suoi motivi sono vaghi, astratti, si limitano a ripetere argomentazioni già respinte o, soprattutto, non si confrontano in modo specifico e critico con le ragioni esposte nel provvedimento che si sta impugnando.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti di un caso?
No, il ricorso per cassazione è ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge o un vizio logico manifesto nella motivazione. Non è possibile chiedere alla Corte una diversa valutazione delle prove o una nuova ricostruzione dei fatti, poiché queste attività sono di competenza esclusiva dei giudici di merito.

Cosa succede se il ricorso viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, il provvedimento impugnato diventa definitivo. Inoltre, come stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati