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Ricorso generico: inammissibile in Cassazione

Un soggetto, condannato in primo e secondo grado per reati legati a stupefacenti e armi, ha presentato appello alla Corte di Cassazione. Il suo appello è stato respinto perché considerato un ricorso generico, ovvero privo di critiche specifiche e dettagliate contro la sentenza impugnata. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Appello è Destinato a Fallire

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema penale italiano, un’opportunità cruciale per contestare una condanna. Tuttavia, affinché il ricorso sia esaminato nel merito, deve rispettare requisiti formali stringenti. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso generico, privo di critiche specifiche, venga dichiarato inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Analizziamo la decisione per comprendere meglio questo principio fondamentale della procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine con una condanna emessa dal Tribunale di Foggia nel febbraio 2018. L’imputato era stato giudicato colpevole per reati in materia di sostanze stupefacenti (previsti dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti) e detenzione di armi, commessi in concorso con altre persone. La pena inflitta era di due anni di reclusione e 2.000 euro di multa.

La sentenza era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Bari nel gennaio 2023. Non arrendendosi, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una motivazione solo apparente da parte dei giudici di secondo grado e la violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso e, con una sintetica ma incisiva ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il motivo centrale della decisione risiede nella natura stessa dell’atto di impugnazione: è stato ritenuto un ricorso generico. Questo significa che le doglianze presentate erano vaghe e non indicavano in modo specifico e puntuale quali fossero gli errori di diritto o i vizi logici nella motivazione della sentenza della Corte d’Appello. La Corte ha sottolineato che non è sufficiente denunciare una “mancanza di motivazione” senza spiegare in cosa consista tale mancanza, soprattutto quando la corte di merito ha di fatto esaminato e risposto a tutti i motivi di appello.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Generico è Inammissibile?

La Suprema Corte ha spiegato che il ricorso per Cassazione non può essere una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito. Deve, invece, contenere una critica precisa e argomentata contro la decisione impugnata, evidenziando le ragioni per cui si ritiene che essa sia errata. Nel caso di specie, il ricorrente non ha adempiuto a questo onere.

La Corte ha inoltre evidenziato che la doglianza relativa alla presunta violazione dell’art. 129 c.p.p. era anch’essa generica. Un elemento chiave in questo contesto è la cosiddetta “doppia conforme”: il fatto che sia il Tribunale sia la Corte d’Appello fossero giunti alla medesima conclusione rafforzava la necessità di un ricorso ancora più specifico e circostanziato, cosa che non è avvenuta.

In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, l’inammissibilità del ricorso comporta automaticamente due conseguenze. La prima è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. La seconda, in assenza di prove che escludano la colpa nella presentazione di un ricorso infondato (principio sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186/2000), è la condanna al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata quantificata in 3.000 euro.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla legittimità e sulla coerenza logica delle decisioni precedenti. Un ricorso generico è destinato a essere dichiarato inammissibile perché non consente alla Corte di svolgere la propria funzione. Le implicazioni pratiche per chi presenta un appello sono severe: non solo la condanna diventa definitiva, ma si aggiungono ulteriori oneri economici. La decisione sottolinea l’importanza cruciale per la difesa di redigere atti di impugnazione chiari, specifici e tecnicamente ineccepibili, che vadano al cuore delle questioni giuridiche senza limitarsi a ripetere argomenti già vagliati e respinti.

Cosa significa che un ricorso in Cassazione è ‘generico’?
Significa che l’atto di appello non contiene critiche specifiche e dettagliate contro la sentenza impugnata, ma si limita a lamentele vaghe o alla semplice riproposizione di argomenti già respinti nei gradi di giudizio precedenti. Non permette alla Corte di individuare il presunto errore di diritto o vizio di motivazione.

Quali sono le conseguenze immediate se la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La sentenza di condanna impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata fissata in 3.000 euro.

In che modo la ‘doppia conforme’ ha influenzato la decisione della Corte?
Il fatto che sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello avessero emesso sentenze conformi (la cosiddetta ‘doppia conforme’) ha rafforzato la valutazione di genericità del ricorso. Poiché le argomentazioni erano già state esaminate e respinte da due corti diverse, era richiesto un ricorso ancora più specifico per poter essere preso in considerazione dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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