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Ricorso generico: inammissibile e con condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso generico presentato da un imputato condannato per bancarotta fraudolenta. Il motivo dell’appello è stato giudicato ‘patentemente generico’, in quanto basato su affermazioni assertive e non correlate specificamente al caso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Appello Diventa Inammissibile

Presentare un ricorso generico in Cassazione non solo è una strategia inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, dichiarando inammissibile l’appello di un imputato condannato per bancarotta fraudolenta e condannandolo al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione e le lezioni pratiche che se ne possono trarre.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di bancarotta fraudolenta. La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la prima decisione per mitigare la pena, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Non soddisfatto della sentenza, l’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la presunta violazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale. Sosteneva, infatti, che i giudici di merito avrebbero dovuto assolverlo per insufficienza di prove.

L’Analisi del Ricorso Generico da parte della Cassazione

La Corte Suprema ha stroncato sul nascere le argomentazioni del ricorrente, etichettando il motivo di ricorso come ‘patentemente generico’. Secondo gli Ermellini, l’atto conteneva affermazioni del tutto assertive e non correlate in modo specifico agli elementi del caso. In altre parole, l’imputato si è limitato a enunciare un principio generale (l’insufficienza di prove) senza però calarlo nella realtà processuale, senza cioè contestare in modo puntuale le specifiche ragioni che avevano portato la Corte d’Appello a confermare la sua colpevolezza.

Questo approccio viola i requisiti di specificità dei motivi di ricorso, che impongono alla parte impugnante di fornire una critica argomentata e precisa della decisione contestata. Un ricorso generico impedisce alla Corte di Cassazione di svolgere la sua funzione, che non è quella di riesaminare i fatti come un terzo giudice di merito, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità: Spese e Sanzioni

La dichiarazione di inammissibilità ha attivato le disposizioni dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto sia condannata al pagamento delle spese processuali. Ma non è tutto.

La Corte ha anche riscontrato ‘profili di colpa’ nella proposizione del ricorso, data la sua ‘evidente inammissibilità’. Questo ha portato alla condanna del ricorrente al versamento di un’ulteriore somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La sanzione non è automatica, ma viene inflitta quando l’impugnazione appare così palesemente infondata da configurare un abuso dello strumento processuale.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su un principio consolidato: il ricorso per Cassazione deve essere un atto tecnico, preciso e circostanziato. L’imputato non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze già respinte nei gradi di merito o, peggio ancora, a lamentare una presunta ingiustizia della condanna in termini vaghi. È necessario che il ricorso individui con esattezza le parti della sentenza che si contestano e spieghi, attraverso argomentazioni giuridiche pertinenti, perché esse sarebbero errate. La mancanza di questa specificità trasforma l’impugnazione in un ricorso generico, destinato inevitabilmente all’inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: la redazione di un ricorso in Cassazione richiede la massima perizia e attenzione. Affidarsi a motivi generici e assertivi è una scelta controproducente che non solo non porta all’annullamento della sentenza, ma espone anche a significative sanzioni economiche. Per i professionisti del diritto, ciò sottolinea l’importanza di un’analisi approfondita della sentenza d’appello per individuare vizi specifici di legittimità, unico terreno su cui si può validamente fondare un ricorso davanti alla Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘patentemente generico’. Le argomentazioni presentate erano meramente assertive e non erano correlate in modo specifico alle prove e al ragionamento della sentenza impugnata, mancando quindi dei requisiti di specificità richiesti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa una colpa nell’aver presentato un’impugnazione evidentemente infondata, può anche condannare il ricorrente al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘assertivo’ e non ‘correlabile al caso di specie’?
Significa che il ricorrente si è limitato a enunciare un principio o una tesi difensiva (es. ‘le prove sono insufficienti’) senza dimostrare come questo si applichi concretamente al suo caso, ovvero senza contestare in modo puntuale e argomentato i passaggi specifici della motivazione della sentenza che intende criticare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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