Ricorso Generico Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Non Specifico
Nel sistema giudiziario italiano, l’impugnazione di una sentenza è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitato secondo regole precise. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: un ricorso generico inammissibile non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo presenta. Analizziamo questa ordinanza per comprendere meglio la logica della Corte e le implicazioni pratiche per gli imputati.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Roma, che aveva confermato una condanna per un reato previsto dall’art. 73 del d.P.R. n. 309/1990, la normativa in materia di stupefacenti. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, affidando le sue speranze di riforma a un unico motivo incentrato sulla valutazione della sua responsabilità penale.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14470/2024, ha messo una pietra tombale sulle aspirazioni del ricorrente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la condanna inflitta dalla Corte di Appello è diventata definitiva, e all’imputato è stato ordinato di pagare non solo le spese del procedimento, ma anche una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Generico Inammissibile
Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui i giudici hanno respinto l’appello. La Corte ha definito il motivo di ricorso come ‘generico’. Ma cosa significa esattamente? Nel linguaggio giuridico, un motivo è generico quando non si confronta in modo specifico e critico con le argomentazioni contenute nella sentenza che si sta impugnando.
In questo caso, il ricorrente non ha dedotto ‘alcunché rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale obiettivamente non si confronta’. In altre parole, l’atto di appello non conteneva critiche puntuali, dettagliate e pertinenti rivolte a smontare il ragionamento logico-giuridico seguito dai giudici di secondo grado. Un ricorso efficace non può limitarsi a una generica riaffermazione della propria innocenza o a un dissenso astratto; deve, invece, individuare i presunti errori – di fatto o di diritto – presenti nella decisione e spiegare perché tali errori dovrebbero portare a una sua riforma o annullamento. La mancanza di questo confronto diretto rende l’impugnazione inutile e, appunto, inammissibile.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della tecnica processuale. Chi intende impugnare una sentenza penale deve affidarsi a una difesa tecnica che sappia redigere un atto di ricorso specifico e argomentato. Un ricorso generico inammissibile non offre alcuna possibilità di successo e produce tre effetti negativi immediati:
1. Definitività della Condanna: La sentenza impugnata diventa irrevocabile.
2. Pagamento delle Spese Processuali: Il ricorrente deve farsi carico dei costi del procedimento in Cassazione.
3. Sanzione Pecuniaria: Viene inflitta una condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, come deterrente contro ricorsi palesemente infondati o presentati in modo negligente.
In conclusione, la via del ricorso per Cassazione è stretta e richiede il massimo rigore. Affidarsi a motivi di appello vaghi o non pertinenti equivale a una sconfitta certa con l’aggravio di ulteriori costi.
Cosa significa che un ricorso è ‘generico’?
Significa che l’atto di impugnazione non contiene critiche specifiche e dettagliate contro la motivazione della sentenza che si contesta, limitandosi a un dissenso generale senza confrontarsi con il ragionamento del giudice.
Qual è la conseguenza principale di un ricorso dichiarato inammissibile?
La conseguenza principale è che la Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso in materia penale. Ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di impugnazioni infondate o formulate in modo non adeguato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14470 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14470 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ROMA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 31/03/2023 della CORTE APPELLO di ROMA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
R.G. n. 29067/2023
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 73 d.P.R. n. del 1990);
Esaminato il motivo di ricorso, relativo al giudizio di responsabilità;
Ritenuto il motivo inammissibile perché generico, non essendo stato dedotto alcunchè rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale obiettivamente non si confronta;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 4 dicembre 2023.