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Ricorso generico in Cassazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso proposto da due imputati condannati per il reato di cui all’art. 493 ter c.p. La Corte ha qualificato l’atto come un ricorso generico, poiché si limitava a riproporre le medesime argomentazioni già respinte in appello, senza una critica specifica alle motivazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità per Mancanza di Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per essere esaminato nel merito deve rispettare requisiti formali molto stringenti. Tra questi, spicca la necessità di formulare motivi specifici e non meramente ripetitivi. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un ricorso generico porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da due individui avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino, che li aveva giudicati responsabili per il reato previsto dall’art. 493 ter del codice penale (indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento). Gli imputati, attraverso i loro difensori, hanno contestato la correttezza della motivazione che fondava il giudizio di responsabilità, portando le loro doglianze dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla conformità dell’atto di impugnazione ai requisiti di legge. La decisione ha comportato per i ricorrenti la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Generico

Il fulcro della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha qualificato i ricorsi come generici. Secondo i giudici di legittimità, i motivi di impugnazione non facevano altro che riproporre le stesse argomentazioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame (la Corte d’Appello). Mancava, in sostanza, una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata.

La Corte ha sottolineato che la mancanza di specificità del motivo, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, determina l’inammissibilità del ricorso. Tale vizio si manifesta quando non vi è una reale correlazione tra le ragioni esposte nella decisione impugnata e quelle poste a fondamento del ricorso. In altre parole, non è sufficiente lamentare un errore del giudice precedente; è necessario spiegare perché la sua motivazione sia errata, confrontandosi direttamente con essa. Ripetere argomenti già respinti, senza attaccare il ragionamento logico-giuridico che ha portato a quella reiezione, rende il ricorso un atto sterile e, per l’appunto, un ricorso generico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. L’atto di ricorso non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello. Deve invece consistere in un’analisi critica e mirata della sentenza di secondo grado, evidenziandone vizi logici o violazioni di legge in modo specifico. Per i difensori, ciò significa studiare approfonditamente la motivazione della sentenza d’appello e costruire un’impugnazione che ne smonti punto per punto il ragionamento. Per gli imputati, la conseguenza di un ricorso generico non è solo la conferma della condanna, ma anche l’aggravio di ulteriori spese e sanzioni, rendendo l’impugnazione un’azione controproducente.

Cosa si intende per ricorso generico secondo la Corte di Cassazione?
Un ricorso è definito generico quando si fonda su argomenti che ripropongono le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del grado precedente, risultando quindi non specifici e privi di una critica mirata alla motivazione della sentenza impugnata.

Qual è la conseguenza processuale di un ricorso generico?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso, come previsto dall’art. 591, comma 1, lett. c), del codice di procedura penale. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione.

Oltre all’inammissibilità, quali altre conseguenze hanno subito i ricorrenti nel caso di specie?
I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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