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Ricorso generico in Cassazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14491/2024, ha dichiarato inammissibile un appello contro una condanna per evasione. La decisione si fonda sulla natura di ricorso generico dell’atto, che non contestava specificamente le motivazioni della sentenza precedente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Le Conseguenze dell’Inammissibilità

Presentare un ricorso generico in Corte di Cassazione equivale a una sconfitta quasi certa. Con la recente ordinanza n. 14491 del 2024, la Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione deve essere specifica e confrontarsi criticamente con la decisione impugnata, altrimenti viene dichiarata inammissibile con conseguente condanna alle spese.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli per il reato di evasione. L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. Il fulcro del suo motivo di ricorso si basava sulla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sostenendo che i giudici di merito l’avessero ingiustamente negata.

L’inammissibilità del ricorso generico

Il cuore della questione non risiede nel merito del reato di evasione o nella potenziale applicabilità della particolare tenuità del fatto, ma nella modalità con cui il ricorso è stato redatto e presentato. La Corte di Cassazione ha esaminato l’atto e lo ha rapidamente liquidato come inammissibile. Il motivo di tale decisione è netto e istruttivo per chiunque si approcci al giudizio di legittimità.

La mancanza di un confronto critico

Il ricorso è stato giudicato ‘generico’ perché, secondo i giudici, non è stato dedotto ‘alcunché rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale obiettivamente non si confronta’. In altre parole, il ricorrente si è limitato a riproporre le sue tesi senza attaccare specificamente i punti della motivazione con cui la Corte d’Appello aveva giustificato la sua decisione. Questo vizio procedurale è fatale nel giudizio di Cassazione, che non è un terzo grado di merito, ma un giudizio sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità delle motivazioni dei giudici precedenti.

Le conseguenze di un ricorso generico

La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità. Essa comporta conseguenze economiche dirette per il ricorrente. La Corte, infatti, oltre a chiudere il caso, ha condannato l’imputato al pagamento di due voci di spesa:

1. Le spese processuali: i costi legati al procedimento.
2. Una somma in favore della Cassa delle ammende: in questo caso, quantificata in tremila euro. Si tratta di una sanzione pecuniaria volta a disincentivare impugnazioni pretestuose o palesemente infondate.

Le motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando la genericità del motivo di ricorso. L’atto di impugnazione non può limitarsi a una semplice enunciazione di dissenso, ma deve contenere una critica specifica, puntuale e argomentata delle ragioni esposte nel provvedimento che si intende contestare. Non avendo il ricorrente sviluppato argomentazioni idonee a confutare il percorso logico-giuridico seguito dalla Corte d’Appello, il suo ricorso è stato ritenuto privo dei requisiti minimi per poter essere esaminato nel merito. La decisione, pertanto, è stata quella di dichiarare l’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria.

Le conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: l’accesso alla Corte di Cassazione richiede rigore tecnico e argomentativo. Un ricorso generico, che non dialoga criticamente con la sentenza impugnata, è destinato all’inammissibilità. La decisione non solo conferma la condanna di merito, ma aggrava la posizione del ricorrente con ulteriori oneri economici. È quindi fondamentale, per la difesa, elaborare atti di impugnazione che analizzino in profondità la motivazione del giudice precedente, evidenziandone vizi logici o violazioni di legge in modo chiaro e specifico, per evitare che il ricorso venga respinto ancor prima di essere discusso nel merito.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, in quanto non conteneva alcuna argomentazione critica specifica nei confronti della motivazione della sentenza della Corte d’Appello impugnata.

Qual era l’argomento principale sollevato dal ricorrente?
Il ricorrente chiedeva il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, che i giudici dei gradi precedenti non avevano concesso.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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