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Ricorso generico in Cassazione: i motivi inammissibili

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per il reato ex art. 334 c.p. La Corte ha ritenuto il ricorso generico, poiché si limitava a criticare la valutazione dei fatti e l’attendibilità dei testimoni, senza specificare i vizi logici della sentenza impugnata. Questa decisione conferma che le mere doglianze fattuali non sono ammesse in sede di legittimità e comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso generico in Cassazione: i motivi inammissibili

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede una precisione tecnica e giuridica assoluta. Non è una sede dove si possono ridiscutere i fatti, ma un luogo dove si controlla la corretta applicazione della legge. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda le conseguenze di un ricorso generico, ovvero un’impugnazione che non rispetta i rigidi criteri di specificità richiesti, portando a una declaratoria di inammissibilità e a sanzioni pecuniarie. Analizziamo il caso per capire i principi applicati.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’articolo 334 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione della Corte d’Appello di Roma, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso si concentravano principalmente sulla presunta scarsa attendibilità delle dichiarazioni rese dagli operanti nel corso del processo, cercando di minare la base probatoria che aveva portato alla sua condanna.

La Decisione della Corte: il Ricorso Generico e le sue Conseguenze

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano ammissibili in sede di legittimità perché costituiti da semplici lamentele fattuali e, soprattutto, formulati in modo generico.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Corte si fonda su due pilastri fondamentali del processo penale di legittimità:

Il Divieto di Riesame del Fatto

La Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può chiedere una nuova valutazione delle prove. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Le critiche del ricorrente, definite “mere doglianze in punto di fatto”, riguardavano l’attendibilità dei testimoni, un’attività di valutazione che spetta esclusivamente al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Tentare di introdurre tali argomenti in Cassazione è un errore che porta inevitabilmente all’inammissibilità.

La Genericità del Motivo di Ricorso

Il secondo punto, strettamente collegato al primo, riguarda la specificità dei motivi. È pacifico in giurisprudenza che, per denunciare un vizio di motivazione, non è sufficiente affermare genericamente che la motivazione è “insufficiente” o “illogica”. Il ricorrente ha l’onere di indicare in modo preciso e dettagliato quali sono le specifiche ragioni, le contraddizioni o le lacune nel ragionamento del giudice che inficerebbero la validità della sentenza. Nel caso di specie, l’imputato si è limitato a “eccepire in termini assertivi un vizio di motivazione”, senza argomentare in modo specifico. Un ricorso generico come questo non consente alla Corte di svolgere il proprio ruolo di controllo e viene, pertanto, respinto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: l’accesso alla Corte di Cassazione è riservato a questioni di puro diritto. La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità non è solo la fine del percorso processuale e la conferma della condanna, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche. Il ricorrente è stato infatti condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi tecnicamente ineccepibili, focalizzati sui vizi di legittimità e non su una sterile riproposizione di argomenti fattuali già valutati nei precedenti gradi di giudizio.

È possibile contestare la credibilità dei testimoni in un ricorso per Cassazione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che le critiche relative alla valutazione dei fatti, come l’attendibilità delle dichiarazioni degli operanti, costituiscono “mere doglianze in punto di fatto” non consentite in sede di legittimità.

Cosa rende un motivo di ricorso “generico” e quindi inammissibile?
Un motivo di ricorso è considerato generico quando si limita a denunciare un vizio di motivazione in modo assertivo, senza indicare in modo specifico le ragioni, le contraddizioni o le illogicità che renderebbero invalido il provvedimento impugnato.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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