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Ricorso generico: i requisiti per l’ammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un appello per i reati di ricettazione e truffa, definendolo un ricorso generico. La decisione sottolinea che l’impugnazione deve contenere critiche specifiche e argomentate contro la sentenza di merito, e non limitarsi a contestazioni vaghe, altrimenti non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Appello Viene Dichiarato Inammissibile

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede precisione e rigore. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso una sentenza di condanna; è necessario articolare critiche specifiche, puntuali e giuridicamente fondate. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale, dichiarando inammissibile un ricorso generico e offrendo chiarimenti essenziali sui requisiti di ammissibilità previsti dal codice di procedura penale.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Corte di Cassazione riguarda un imputato condannato in appello per i reati di ricettazione e truffa aggravata. La Corte d’Appello di Torino aveva confermato la sua responsabilità penale, pur riducendo la pena dopo aver escluso un’aggravante. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, contestando sia la dichiarazione di responsabilità sia la quantificazione della pena inflitta.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Ricorso Generico

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato l’impugnazione e l’ha dichiarata inammissibile. Il motivo centrale della decisione risiede nella natura stessa del ricorso: è stato giudicato un ricorso generico per indeterminatezza. Secondo i giudici, l’atto mancava dei requisiti prescritti dall’articolo 581 del codice di procedura penale, poiché non indicava in modo chiaro e specifico gli elementi di fatto e di diritto che sostenevano la censura.

In sostanza, a fronte di una sentenza d’appello ampiamente motivata e logicamente coerente, l’appellante si è limitato a formulare critiche vaghe, senza fornire al giudice dell’impugnazione gli strumenti per individuare i presunti errori e per esercitare il proprio controllo di legittimità.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Deve Essere Specifico

La Corte ha spiegato in dettaglio perché le doglianze dell’imputato non potevano essere accolte. In primo luogo, ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse esplicitato con cura le ragioni della condanna, dedicando diverse pagine della sentenza (dalla 7 alla 9) a una disamina approfondita delle prove. I giudici di merito avevano ritenuto pienamente integrate le fattispecie di reato contestate, sia sotto il profilo materiale che soggettivo.

Analogamente, per quanto riguarda la pena, la Corte territoriale aveva giustificato la sua decisione di discostarsi lievemente dal minimo edittale. A pagina 11 della sentenza impugnata, si dava conto del valore economico del bene ricettato, della complessità della condotta dell’imputato e dei suoi precedenti penali. La valutazione era stata considerata logica e, pertanto, non censurabile in sede di legittimità.

Il ricorrente, invece di confrontarsi punto per punto con queste argomentazioni, ha proposto un ricorso generico che non era in grado di scardinare la struttura logico-giuridica della decisione impugnata. Questo, secondo la Cassazione, equivale a non presentare un motivo di ricorso valido.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

L’ordinanza in esame offre una lezione cruciale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Non basta essere in disaccordo con una decisione; è indispensabile articolare un’argomentazione tecnica che attacchi specificamente i passaggi della motivazione ritenuti errati. Un ricorso generico, che si limita a riproporre le stesse difese senza un confronto critico con la sentenza d’appello, è destinato all’inammissibilità.

Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono trascurabili: la sentenza diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro. Questa decisione, quindi, riafferma il ruolo della Corte di Cassazione come giudice della legittimità e non del merito, e sottolinea l’onere per la difesa di redigere atti di impugnazione specifici, chiari e pertinenti.

Cosa si intende per ‘ricorso generico’ secondo la Corte di Cassazione?
Un ricorso è considerato generico quando manca di specificità e non individua chiaramente gli errori di diritto o i vizi logici della sentenza impugnata. Non è sufficiente una critica vaga, ma è necessario un confronto puntuale con le argomentazioni del giudice di merito, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale.

Perché la Corte ha ritenuto corrette le motivazioni della sentenza d’appello?
La Corte ha osservato che la sentenza d’appello era ‘diffusamente argomentata e logicamente corretta’. I giudici di merito avevano fornito una disamina specifica e approfondita delle prove per la condanna (pagine 7-9) e avevano giustificato in modo logico la quantificazione della pena, considerando il valore del bene, la condotta e i precedenti dell’imputato (pagina 11).

Quali sono le conseguenze pratiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che la sentenza impugnata diventi definitiva. Inoltre, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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