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Ricorso generico detenuto: inammissibile dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto che lamentava condizioni di detenzione inumane. La Corte ha stabilito che un ricorso generico detenuto, privo di argomentazioni specifiche e limitato a riproporre questioni già esaminate o a citare in modo vago nuove prove, non può essere accolto. La decisione sottolinea il principio fondamentale secondo cui i motivi di ricorso devono essere dettagliati e direttamente correlati alla decisione impugnata, senza richiedere alla Corte una nuova valutazione dei fatti.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso generico detenuto: inammissibile dalla Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio cruciale nel diritto processuale penale: un ricorso generico detenuto è destinato all’inammissibilità. Questa decisione chiarisce che le lamentele sulle condizioni carcerarie, per essere esaminate dalla Suprema Corte, devono essere formulate con estrema specificità, evitando argomentazioni vaghe o la mera riproposizione di fatti già valutati. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Ristoro del Detenuto

Un detenuto aveva presentato un reclamo al Tribunale di Sorveglianza per ottenere un ristoro economico ai sensi dell’art. 35-ter dell’ordinamento penitenziario, a causa delle condizioni di detenzione ritenute inumane e degradanti subite in due diversi istituti penitenziari, Spoleto e Lecce.

Per il periodo trascorso a Spoleto, il detenuto aveva già ottenuto un parziale accoglimento in un precedente giudizio per la mancanza di acqua calda sanitaria in un periodo limitato. Nel nuovo ricorso, tentava di riaprire la questione adducendo come ‘nuovi fatti’:
1. La circostanza che altri detenuti, nella stessa sezione, avessero ottenuto un ristoro per un periodo più ampio.
2. Una sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittimo il divieto di cuocere cibi per i detenuti in regime di 41-bis.

Per quanto riguarda la detenzione a Lecce, il ricorrente contestava la valutazione del Tribunale, secondo cui le ore di socialità e d’aria concesse erano sufficienti a compensare altre eventuali violazioni.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso generico del detenuto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La decisione si fonda sull’assoluta genericità dei motivi presentati dal difensore del detenuto, che non rispondevano ai requisiti di specificità richiesti per un ricorso di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Suprema Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, distinguendo tra i diversi motivi di ricorso.

La Genericità dei Motivi Riguardo la Detenzione a Spoleto

La Corte ha chiarito che le sentenze favorevoli ottenute da altri detenuti non costituiscono un ‘fatto nuovo’ capace di superare il giudicato. Ogni valutazione sulle condizioni di detenzione è strettamente individuale e basata su prove specifiche. Le decisioni emesse per altri soggetti, quindi, non sono automaticamente applicabili. Inoltre, il ricorso non specificava in che modo la sentenza della Corte Costituzionale sul divieto di cottura dei cibi avesse concretamente inciso sulle sue condizioni personali, rendendo anche questa censura vaga e astratta.

L’Inammissibilità delle Censure sulla Detenzione a Lecce

Anche per il periodo trascorso a Lecce, il ricorso è stato giudicato generico. Il detenuto si è limitato a contestare la conclusione del Tribunale di Sorveglianza, affermando che non corrispondeva al vero, senza però indicare con precisione quali parti della relazione dell’istituto penitenziario dimostrassero tale falsità. In pratica, il ricorrente chiedeva alla Cassazione di effettuare una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’attività che esula completamente dalle competenze del giudice di legittimità, il cui compito è solo verificare la corretta applicazione della legge.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione

Questa sentenza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente lamentare un’ingiustizia o un errore; è indispensabile articolare un ricorso tecnicamente impeccabile, con motivi specifici, pertinenti e che si confrontino punto per punto con la motivazione del provvedimento impugnato. Un ricorso generico detenuto, che si limiti a riproporre le stesse argomentazioni o a formulare critiche vaghe, non solo non ha alcuna possibilità di successo, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Un detenuto può basare un nuovo ricorso su sentenze favorevoli ottenute da altri compagni di cella?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le decisioni giudiziarie sono basate su valutazioni individuali e personalizzate. Pertanto, una sentenza favorevole emessa nei confronti di un altro detenuto non costituisce un ‘fatto nuovo’ idoneo a superare una decisione già passata in giudicato per un altro soggetto.

Perché un motivo di ricorso viene definito ‘generico’?
Un motivo è ‘generico’ quando non si confronta specificamente con le argomentazioni della decisione impugnata. Ad esempio, limitarsi a dire che una valutazione del giudice è sbagliata, senza indicare con precisione quali prove sono state travisate o quali norme sono state violate, rende il motivo generico e, di conseguenza, inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente, come nel caso di un ricorso generico, questi viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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