Ricorso generico Cassazione: La Guida Completa all’Inammissibilità
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede massima precisione e tecnicismo. Un errore comune, spesso fatale, è la presentazione di un ricorso generico Cassazione. Con l’ordinanza n. 8553/2024, la Suprema Corte ribadisce con forza i requisiti di specificità necessari affinché un ricorso possa essere esaminato nel merito, pena la sua inammissibilità. Analizziamo questo caso per capire quali sono le regole da seguire e le conseguenze di una loro violazione.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine con una condanna per furto aggravato, emessa dal Tribunale di Biella e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Torino. L’imputato era stato ritenuto colpevole e condannato a una pena di sette mesi di reclusione e 250 euro di multa. Non rassegnandosi alla decisione, la difesa decideva di tentare l’ultima carta, presentando ricorso per Cassazione.
Il Ricorso in Cassazione e la Genericità dei Motivi
Il difensore dell’imputato ha basato il ricorso su un unico motivo: il vizio di motivazione della sentenza d’appello. In particolare, si lamentava la mancata pronuncia di una sentenza di proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha immediatamente rilevato la criticità fondamentale dell’atto: la sua assoluta genericità. Le doglianze non erano state articolate in modo dettagliato, né erano state collegate in maniera specifica alla fattispecie concreta.
L’inammissibilità del ricorso generico Cassazione
La Suprema Corte ha osservato che il ricorrente si era limitato a dolersi della mancata assoluzione senza però indicare quali fossero le precise carenze, omissioni o illogicità nel ragionamento dei giudici di merito. In pratica, l’appello si risolveva in una generica lamentela, proponendo una tesi alternativa (quella assolutoria) senza però demolire, con argomenti puntuali, la struttura logico-giuridica della sentenza impugnata. Questo approccio è stato giudicato in netto contrasto con i principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.
Le Motivazioni della Decisione
Nelle motivazioni, la Corte di Cassazione ha ribadito che un ricorso è inammissibile se i motivi si limitano a lamentare genericamente l’omessa valutazione di una tesi alternativa. Per superare il vaglio di ammissibilità, è necessario indicare con precisione le carenze argomentative o le illogicità della motivazione che possano incidere sulla capacità dimostrativa del compendio probatorio. Il ricorso, infatti, deve contenere una “precisa prospettazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto da sottoporre a verifica”. Nel caso di specie, queste condizioni non erano state rispettate, rendendo il ricorso un atto sterile e, di conseguenza, inammissibile.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Lezioni per la Difesa
La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze pesanti per il ricorrente. Oltre a vedere definitivamente confermata la sua condanna, è stato obbligato a pagare le spese processuali e a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa ordinanza rappresenta un monito fondamentale per ogni difensore: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di merito dove ridiscutere i fatti, ma un giudizio di legittimità. Ogni motivo di ricorso deve essere specifico, autosufficiente e tecnicamente ineccepibile, pena l’immediata e costosa dichiarazione di inammissibilità.
Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile se è ‘generico’, ovvero se non presenta motivi specifici e dettagliati. È necessario indicare con precisione le carenze, le omissioni o le illogicità della motivazione della sentenza impugnata, collegandole ai fatti concreti del caso.
Cosa si intende per ‘vizio di motivazione’ in un ricorso?
Il ‘vizio di motivazione’ è un difetto nel ragionamento logico-giuridico del giudice. Per essere un valido motivo di ricorso in Cassazione, non basta affermarne l’esistenza, ma bisogna dimostrare specificamente dove la motivazione è mancante, contraddittoria o palesemente illogica.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre alla conferma definitiva della condanna, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8553 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8553 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BORGOSESIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 25/11/2022 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Torino ha confermato la sentenza del Tribunale di Biella del 20 marzo 2017, con cui NOME NOME era stato condannato alla pena di mesi sette di reclusione ed euro duecentocinquanta di multa in relazione al reato di cui agli artt. 624 e 625, nn. 2 e 7, cod. pen..
COGNOME, a mezzo del proprio difensore, ricorre per Cassazione avverso tale sentenza per vizio di motivazione in relazione alla mancata emissione di una sentenza di proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen..
3. Il ricorso è generico.
In relazione all’unico motivo di impugnazione, va osservato che il ricorrente si duole esclusivamente della mancata assoluzione, senza articolare le doglianze in termini sufficientemente dettagliati e senza collegarle alla fattispecie concreta.
Al riguardo, va rilevato che è inammissibile il ricorso per Cassazione i cui motivi si limitino genericamente a lamentare l’omessa valutazione di una tesi alternativa a quella accolta dalla sentenza di condanna impugnata, senza indicare precise carenze od omissioni argomentative ovvero illogicità della motivazione di questa, idonee ad incidere negativamente sulla capacità dimostrativa del compendio probatorio posto a fondamento della decisione di merito (Sez. 2, n. 30918 del 07/05/2015, Falbo, Rv. 264441). Il ricorso per Cassazione, infatti, deve contenere la precisa prospettazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto da sottoporre a verifica (Sez. 2, 13951 del 05/02/2014, Caruso, Rv. 259704).
Per le ragioni che precedono, il ricorso va dichiarato inammissibile con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – non sussistendo ragioni di esonero – al versamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila alla Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 14 febbraio 2024.